Nonostante le piogge abbiamo flagellato il centro e il nord del Brasile, anche nel mese di gennaio la deforestazione prosegue inesorabile. Lo denuncia Greenpeace Brasile, in una nota, pervenuta al Sir, basata sui dati ufficiali Deter/Inpe (l’agenzia spaziale brasiliana). “La deforestazione nella più grande foresta tropicale del pianeta è fuori controllo”, denuncia l’ong. Infatti, tra il 1° e il 31 gennaio, si registrano 430 km² disboscati in un solo mese, quello solitamente meno adatto a questo tipo di operazioni. Il dato, infatti, fotografa un aumento di oltre il 418% rispetto a gennaio 2021, nonostante rispetto a un anno fa ci siano state molte più piogge. I terreni oggetto di deforestazione sono concentrati principalmente negli Stati del Mato Grosso, Rondônia e Pará.
“Gli stimoli alla deforestazione sono stati così evidenti che anche a gennaio, quando la deforestazione è solitamente più bassa a causa della stagione delle piogge nella regione amazzonica, la distruzione è salita alle stelle. In effetti, questo è un momento d’oro per coloro che deforestano e rubano le terre pubbliche, poiché vi è una deliberata mancanza di ispezioni ambientali e ci sono invece aspettative di modifiche legislative per regolarizzare l’invasione delle terre pubbliche”, afferma la portavoce per l’Amazzonia di Greenpeace Brasile, Cristiane Mazzetti. Secondo un’analisi di Greenpeace Brasile, il 22,5% dell’area con allerta per la deforestazione tra il 1° e il 21 gennaio di quest’anno era concentrato in foreste pubbliche non destinate, bersaglio frequente del land grabbing. Allo stesso tempo, il Senato sta discutendo due preoccupanti proposte (PL2.633/20 e PL 510/21) che mirano a regolarizzare il land grabbing.