“Consolare è un impegno che chiede prossimità, solidarietà, misericordia”. Lo ha detto l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nell’omelia della messa che ha celebrato oggi, nella Giornata mondiale del malato. “In questo tempo di pandemia – ha proseguito –, abbiamo scoperto l’importanza di questa prossimità consolante e misericordiosa, che talora sostituiva anche relazioni impossibili, distanze, comprendendo come alcuni luoghi come l’ospedale, la casa di cura, diventano spazi di consolazione, oltre che di cura, case dove il dolore delle persone diventa familiare, luoghi di fraternità e di misericordia”.
Ricordando la connessione tra la Giornata del malato e Lourdes, l’arcivescovo ha evidenziato che “a Lourdes, i malati nell’anima e nel corpo, scoprono questa preghiera come una catena che li lega a una madre, Maria, come un canto di consolazione”. “A Lourdes ogni persona, impara che la sofferenza, la precarietà è una dimensione della nostra vita, impara la realtà della sofferenza. Al tempo stesso, a Lourdes s’impara “che la sofferenza non può essere eliminata, ma può ricevere un senso, può diventare atto di amore, affidamento alle mani di Dio che non ci abbandona”. Infine, un pensiero, oltre ai malati, anche agli operatori sanitari.