“La cura può diventare un paradigma di interesse generale che può ispirare la necessaria rigenerazione della nostra convivenza civile, delle istituzioni democratiche e, più ambiziosamente, il ripensamento del nostro modello di sviluppo”. Lo ha detto Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica italiana, in apertura del 42° Convegno Bachelet, in corso oggi e domani a Roma. Titolo scelto quest’anno per l’evento, promosso dalla stessa Ac e dall’istituto “Vittorio Bachelet”, è “Prendersi cura. La responsabilità delle donne nella Chiesa e nella società”. “Ricominciare dalla cura – ha spiegato Notarstefano – significa re-immaginare la visione di bene comune in termini più inclusivi e generativi, riscoprire l’umano a partire dalla necessaria condivisione delle fragilità e da una diversa visione del potere e delle sue gerarchie. Un percorso esigente ma irrinunciabile che deve farsi strada anche nel cammino sinodale intrapreso dalla comunità cristiana”. Su Bachelet, ucciso dalle Brigate Rosse il 12 febbraio del 1980, Notarstefano ha ricordato: “Il suo servizio gioioso e infaticabile, innervato nella mitezza e nella testimonianza della sua vita personale e professionale e declinato con discrezione e competenza nel servizio alle istituzioni, è per noi una eredità preziosa e motivo continuo di ispirazione e di speranza”.