“È rivoluzionario poter pensare alla cura come paradigma e come stile universale del nostro vivere insieme, uomini e donne, balsamo per ricucire un’umanità sfilacciata e ferita”. Così Emanuela Gitto, vicepresidente nazionale dell’Azione Cattolica italiana per il Settore Giovani, durante la prima giornata del 42° Convegno Bachelet, in corso oggi a Roma, che ha per tema la cura nelle mani delle donne. Gitto ha criticato la condotta dei partiti, che durante le trattative per eleggere il nuovo Capo dello Stato, hanno avanzato nomi femminili solo per seguire una strategia di “pinkwashing”, “dietro la quale – ha affermato – si cela la mancanza di politiche per un reale coinvolgimento e per la definizione di misure appropriate per favorire l’impegno delle donne. E questo non possiamo permettercelo perché è tutto il Paese a pagarne il prezzo”. Gitto ha poi sottolineato come in Europa le donne siano ai vertici delle istituzioni, mentre in Italia “non riusciamo a ‘normalizzare’ l’impegno delle donne in politica a tal punto”. Negli ultimi anni “l’attenzione all’inclusione e alla partecipazione delle donne ha visto accrescere una rinnovata sensibilità mediatica. Eppure, se facciamo un focus sulle realtà più vicine e circoscritte, è un’altra la realtà a cui assistiamo: pensiamo ai casi di violenza domestica consumati nel periodo della pandemia, le molestie, i femminicidi, al fenomeno della tratta”.