“La decisione di rimuovere l’autoisolamento per chi è positivo al Covid-19, che potrebbe entrare in vigore già il 21 febbraio, anziché alla fine di marzo, è un passo molto grosso e non sono sicuro che sia la cosa giusta da fare”. I dubbi sulla strategia per controllare il virus adottata dal premier britannico Boris Johnson arrivano proprio da uno dei consulenti del governo. James Mc Manus, responsabile per la salute pubblica della contea dell’Hertfordshire, la quinta per importanza dell’Inghilterra, e consulente della Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles è anche uno dei membri di “Sage”, il comitato di esperti che guida la gestione britannica della pandemia. “Non voglio dire che sia una scelta sbagliata. Dico solo che dobbiamo avvalorare questa decisione con prove scientifiche e chiarire i motivi per i quali procediamo in questa direzione”, spiega l’esperto, “Esiste il rischio di un effetto boomerang e, se le morti e i contagi dovessero ricominciare a salire, mettendo a rischio i reparti di rianimazione, sarebbe un vero disastro. A preoccuparmi è la mancata vaccinazione di alcune fasce della popolazione, come le minoranze etniche, e l’impatto della malattia sui minori e su chi soffre per gli effetti del post Covid. Anche il livello di reinfezioni provocato dalla variante Omicron può rappresentare un pericolo perché ci sono prove che, con più contagi, il virus diventa più resistente in una fascia più piccola della popolazione”.