“Mi ami tu?” (Gv 21, 16). È questo il tema che, da oggi a domenica 11 dicembre 2022, guida la 46^ Conferenza nazionale animatori del Rinnovamento nello Spirito santo, con cui, come noto, terminano lo speciale Giubileo d’Oro e il quadriennio di servizio pastorale 2019-2022. Dopo gli ultimi anni pesantemente segnati dalla pandemia, finalmente, si è potuti tornare in presenza al Palacongressi di Rimini, luogo “storico” per l’annuale appuntamento promosso dal Movimento che, fin dalle origini, ne ospita i raduni fraterni. Da più di mille Cenacoli, Gruppi e Comunità del Rinnovamento, da ogni parte d’Italia e dall’estero, hanno scelto di prendere parte al tradizionale evento che, da sempre, scandisce la vita del RnS. In questo speciale contesto, previa autorizzazione della Penitenzieria apostolica, sabato 10 dicembre troverà il suo epilogo comunitario ed ecclesiale la chiusura dell’Anno giubilare, con la solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei e arcivescovo di Cagliari. La conferenza si è aperta con la presentazione del programma a cura di Mario Landi, coordinatore nazionale del RnS, che ha evidenziato come questo appuntamento è stato reso possibile “grazie alla profezia di Dio, nella consapevolezza che il Giubileo nel nostro cuore non terminerà mai”. Quindi, la relazione d’apertura sul tema: “Mi ami tu?” (Gv 21, 16), tenuta da mons. Francesco Lambiasi, amministratore apostolico della diocesi di Rimini. Una meditazione incentrata sul dialogo tra Gesù e Pietro, con la lettura del brano di riferimento, citando nella lectio divina il titolo che il vescovo stesso avrebbe scelto per sintetizzarne il senso: “Un bacio che scotta ma non brucia ma fa rivivere; un abbraccio che stringe ma non strozza ma fa risorgere”. In chiusura, un messaggio per i pastori delle Chiese locali e per tutta la comunità cristiana: “Questa, che è la domanda delle domande, riguarda e trafigge non solo i Vescovi ma tutti i credenti, interpellando ciascuno di noi: ricordiamo sempre che fede e amore non sono mai isolabili”, ha aggiunto citando Benedetto XVI. Con un messaggio, in chiusura, più che incisivo: “Non è possibile essere cristiani per tradizione, abitudine o convenzione, ma solo per convenzione e conversione: questa è la relazione d’amore reciproca che dobbiamo avere con il Risorto”. La mistagogia del “fuoco d’amore” e il Roveto Ardente di adorazione con cui si è conclusa la prima sessione della conferenza sono stati guidati da don Michele Leone, consigliere spirituale nazionale del RnS.