“Il primo insegnamento che possiamo raccogliere dalla solennità” dell’Immacolata concezione di Maria è “la centralità della persona nel disegno di salvezza di Dio”. Lo ha affermato il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nell’omelia pronunciata ieri nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. “Prima ancora di chiederci cosa fare, come svolgere il nostro ruolo, il nostro servizio all’interno della comunità cristiana, il nostro compito e il nostro dovere nella convivenza sociale, dobbiamo metterci in atteggiamento di ascolto e di riconoscimento dell’azione di Dio in noi e nei nostri fratelli. Noi, tutti noi, tutti gli uomini e le donne di questo mondo, siamo destinatari dell’amore di Dio. A noi egli si è rivolto per farci dono della sua grazia”. Betori ha aggiunto poco oltre: “l’efficientismo, che domina la cultura diffusa, rischia di penetrare anche nella Chiesa e può farci perdere la verità del primato della persona. Prima ancora delle strutture e dei progetti pastorali, prima degli organismi e delle pianificazioni sociali, c’è la persona. La persona di Gesù, anzitutto, da contemplare, conoscere e amare sempre di più, per poterla comunicare, svelare, testimoniare con la carità nella verità. La persona di Maria e di tutti i santi, che testimoniano quale novità l’incontro con Dio produce nella vita dell’uomo. Ogni persona umana, la nostra e quella di tutti i fratelli e le sorelle, che costituisce un irripetibile dono di Dio per tutti, un disegno suo da inverare ogni giorno con fedeltà”.
“L’Immacolata Concezione di Maria – il suo essere immune dal peccato fin dal momento del suo concepimento – dice fino in fondo il mistero che è la grazia divina. In virtù della grazia possiamo vincere il male; la pienezza di quella grazia ne ha reso Maria del tutto immune. Il mistero della salvezza ha al suo centro l’efficacia del dono dell’amore di Dio, che divinizza l’umanità che lo accoglie”.