“La guerra in Ucraina ci ripropone con urgenza una pace da costruire a partire dai giovani”: lo ha detto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, invitando a “mantenere vivo nei giovani lo spirito dell’obiezione alla violenza in tutte le sue forme fisiche e digitali”. Ne ha parlato oggi a Roma durante il convegno nazionale organizzato da Caritas italiana che celebra il cinquantesimo anniversario del riconoscimento giuridico, attraverso la legge 772/72 dell’obiezione di coscienza al servizio militare, “uno stimolo formidabile alla cultura della non violenza”. “All’epoca era stata una scelta forte (due anni di servizio anziché uno di leva militare) ma ha formato le coscienze – ha osservato -. Il prezzo pagato dai giovani di allora è servito a radicare le convinzioni”. Oggi “fare una scelta non obbligata come il servizio civile continua ad offrire la possibilità di fare una esperienza intensa nella propria vita – ha sottolineato il card. Zuppi -. È una delle poche esperienze che connette i giovani alla società e offre loro un ruolo da protagonisti. Fa scoprire la bellezza dei legami e il fascino di partecipare ai processi di crescita della comunità intera. Il servizio civile è una delle poche scuole di partecipazione alla vita pubblica e all’impegno socio politico”. “Il bene – ha concluso – ha bisogno che ci sporchiamo le mani con la vita dei fratelli e impariamo il passaggio dalla compassione alla solidarietà”.