A dieci dall’inizio della progettazione e a più di cinque anni dall’avvio ufficiale dei lavori, è terminato, nel pieno rispetto dei tempi previsti, il restauro interno della cattedrale di Trento, dedicata a san Vigilio. Chiusa da fine ottobre per consentire lo smontaggio dei ponteggi, la cattedrale sarà “svelata”, in tutta la sua ritrovata bellezza, nel pomeriggio di sabato 10 dicembre. Alle ore 13.30 l’apertura delle porte, seguita alle ore 15 dalla solenne concelebrazione eucaristica, presieduta da mons. Ivan Maffeis, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, di origini trentine. All’interno della celebrazione vi sarà un atto di venerazione davanti all’affresco, riscoperto durante il restauro, raffigurante una “Madonna con Bambino” e collocato all’altezza della Porta dei Leoni: l’arcivescovo Lauro Tisi eleverà una preghiera di affidamento di tutta la Diocesi a Maria.
Il nuovo volto della cattedrale al termine del restauro è stato illustrato, stamattina, nel corso di una conferenza stampa, nella Sala Arazzi del Museo diocesano tridentino, seguita da una visita in anteprima al duomo. Erano presenti l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, Franco Marzatico, soprintendente per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento, Elisabetta Bozzarelli, assessora alla cultura del Comune di Trento, mons. Lodovico Maule, decano del Capitolo della cattedrale, e i maggiori curatori dei lavori, l’ingegner Edoardo Iob (responsabile del cantiere) e l’architetto Ivo Bonapace (direttore dei lavori).
“Se oggi siamo qui – ha detto l’arcivescovo Tisi – è per merito anzitutto del mio predecessore, mons. Luigi Bressan, del quale io ho semplicemente raccolto la fatica e l’impegno. In questi dieci anni abbiamo fatto esperienza di come dalla collaborazione possano uscire risultati straordinari”. La collaborazione menzionata dall’arcivescovo è in particolare quella tra arcidiocesi e Provincia autonoma di Trento “intervenuta – ricorda mons. Tisi – con un finanziamento straordinario che si giustifica perché la cattedrale non è solo un bene dei credenti ma appartiene alla storia e alla cultura della città e del Trentino”. “Il duomo – ha aggiunto l’arcivescovo – è realtà viva che dovremo continuare a custodire. Il risultato del restauro va al di là di ogni attesa: vedendo la tanta luce che ora abita le navate c’è l’auspicio che la riapertura suoni come ripartenza post-Covid per le nostre comunità. Sono contento che l’inaugurazione coincida con l’arrivo a Trento, per la prima volta da vescovo, di don Ivan, vedendolo come un momento di inizio di un nuovo modo di sentirsi Chiesa. Una Chiesa chiamata ad essere, in questi tempi bui, prigioniera della speranza, anziché terreno del lamento. La cattedrale ha come riferimento Gesù Cristo e per questo mondo occidentale chiuso nella barbarie del narcisismo, è una provocazione a riscoprire la via del dialogo, della collaborazione e dell’incontro. A tutti coloro che hanno curato il restauro, dal primo all’ultimo, va il mio grazie”.
L’importo complessivo dei lavori è pari a 8.530.000 euro di cui 2.750.000 euro per interventi di consolidamento strutturale e miglioramento sismico e per interventi accessori di completamento. La Provincia Autonoma di Trento interviene con un contributo pari al 75% del totale dei costi, per il resto a carico dell’arcidiocesi di Trento e del Capitolo della cattedrale.