“Secondo i rapporti attuali, due milioni ottocentomila ucraini sono stati deportati con la forza, espulsi dalle loro città e villaggi che erano stati occupati”. È la denuncia contenuta nel video-messaggio quotidiano che ieri S.B. Sviatoslav Shevchuk, capo della chiesa greco-cattolica in Ucraina, ha registrato e diffuso, come ogni giorno. “Anche oggi abbiamo ricevuto notizie spiacevoli – dice l’arcivescovo maggiore -. Gli occupanti russi stanno conducendo tattiche e politiche sistematiche per disumanizzare l’Ucraina e spopolare le nostre terre, in particolare, dove sono riusciti a occupare una parte dell’Ucraina”. “E quella parte dell’Ucraina, che oggi è sotto il controllo delle autorità ucraine, soffre della metodica distruzione delle infrastrutture di città e villaggi, appunto, per demoralizzare le persone e costringerle a lasciare le loro città e villaggi”.
Il pensiero e la preghiera vanno a “quei nostri fratelli e sorelle che amano la loro Patria e fanno di tutto per rimanere nel loro villaggio e città. E tutti vogliamo correre in loro aiuto”. “Amiamo l’Ucraina insieme! Non affrettiamoci a lasciarla, ma aiutiamoci a vicenda affinché questa tattica di disumanizzazione e di spopolamento dell’Ucraina fallisca e crolli completamente. Perché amiamo l’Ucraina non solo con le parole, ma con la nostra vita, i nostri fatti, la nostra testimonianza personale”. Ma la situazione degli attacchi è drammatica. “La giornata di ieri e l’ultima notte sono di nuovo sembrate un inferno per alcune città e villaggi dell’Ucraina”, constata Shevchuk. “Il culmine dello scontro militare è intorno alle città di Bakhmut e Avdiivka. I nostri ragazzi e le ragazze chiedono di pregare per loro. Adesso è il punto più difficile. La situazione è molto complicata”. Lo confermano anche i capi delle autorità militari e statali. Destano particolare preoccupazione i pesanti combattimenti sono in corso dal confine settentrionale a quello meridionale dell’Ucraina. La città di Zaporizhia ha subito un attacco missilistico e i russi hanno lanciato un altro attacco missilistico, altrettanto massiccio, sulla città di Kryvyi Rih. Ci sono sempre morti e feriti. Ma se questi attacchi mirano a “spaventarci tutti” , prosegue l’arcivescovo, “ci sono punti di invincibilità” in tutto il territorio dell’Ucraina, trasformati in uno spazio di solidarietà, sostegno e servizio reciproco. “Con il nostro aiuto reciproco ci salviamo a vicenda, rafforziamo la nostra Patria, ci aiutiamo a vicenda a resistere in questa battaglia impari”.