Questa mattina a Roma, nella cornice della Casa dei Cavalieri di Rodi, sede operativa nazionale del Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta–Cisom è stato firmato il nuovo protocollo di intesa tra l’arcidiocesi di Cotonou, in Benin, e il Cisom per la costituzione e lo sviluppo di una collaborazione in ambito formativo-assistenziale nonché di prevenzione e gestione di fenomeni a connotazione emergenziale e maxiemergenziale.
A sottoscrivere il protocollo, sono stati il presidente del Cisom, Gerardo Solaro del Borgo, e l’arcivescovo di Cotonou, mons. Roger Houngbédji. alla presenza del direttore nazionale del Cisom, Giovanni Strazzullo, di Antonio Felice Uricchio, presidente dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca–Anvur e di Domenica Leone, avvocato cassazionista e rotale.
Durante la stipula dell’accordo, il Cisom in collaborazione con la Fondazione Rovati ha donato all’arcidiocesi di Cotonou alcuni ventilatori polmonari portatili e contestualmente il personale medico del Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta presente ha avuto l’opportunità di un primo interscambio informativo sulle criticità delle strutture sanitarie di Cotonou, mirato alla pianificazione dei prossimi futuri interventi formativi da effettuare in Benin.
“Questo è sicuramente il primo passo di una collaborazione e l’inizio di un rapporto tra il Cisom e l’arcidiocesi di Cotonou, un gesto rappresentativo ad opera di tutto l’Ordine di Malta”, ha spiegato Gerardo Solaro del Borgo. Mons. Houngbédji ha ringraziato più volte il Cisom e nel corso del suo intervento ha dichiarato che “quest’oggi, la firma del protocollo di intesa è un sogno che si realizza, una porta che si apre per poter collaborare insieme ed aiutare le strutture sanitarie del Paese, un sogno per poter aiutare così anche le fasce più povere della popolazione”.
Il protocollo di intesa firmato questa mattina rappresenta per il Cisom il primo passo per sviluppare le proprie dimensioni di intervento anche in campo internazionale e poter così operare nelle aree del mondo più fragili dove c’è bisogno di tutto l’aiuto possibile.