Ieri, lunedì 5 dicembre, nel corso di una tavola rotonda organizzata nella sede della Fondazione di Sardegna dalla Fondazione Accademia Casa di popoli, culture e religioni in collaborazione con l’arcidiocesi di Sassari, l’arcivescovo Gian Franco Saba ha presentato il tradizionale messaggio alla città e al territorio in occasione della solennità di San Nicola. “Pensare, partecipare e agire – afferma l’arcivescovo nel testo – sono le funzioni attraverso le quali l’essere umano conosce sé stesso, gli altri, il mondo e si fa conoscere. L’uomo è in un equilibrio ottimale quando è attento a ciò che sente (la sfera dei sentimenti, delle emozioni e delle sensazioni fisiche), lo elabora con il proprio pensiero (la mente) e lo traduce tutto in un’azione (il corpo). Essere capaci di integrare tutte queste funzioni permette di muoversi in modo efficace, orientati ai propri desideri. Per poter costruire delle buone relazioni tale integrazione risulta fondamentale”. La tavola rotonda, dal titolo “Generatori di futuro”, si è aperta con i saluti istituzionali di Luciana Fancellu, a nome della Fondazione di Sardegna, e di Gian Vittorio Campus, sindaco di Sassari. Hanno partecipato Arturo Parisi, già ministro della Difesa, Giuseppe Pisanu, già ministro dell’Interno, gli imprenditori Mara Boni e Pasquale Taula. Nel corso dell’appuntamento, moderato dal vicepresidente della Fondazione Accademia Sergio Porcu, si sono alternati interventi e spunti di riflessione da parte di ricercatori universitari e giovani studenti delle scuole superiori. Presente anche il rettore dell’Università di Sassari, Gavino Mariotti, che ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra Chiesa e Ateneo. L’arcivescovo, nel suo intervento, ha richiamato l’attenzione sul testo del messaggio: “Celebriamo la solennità di San Nicola, patrono di Sassari, come ogni anno con l’intento di accogliere dalla sua vita elementi che possano ispirare e guidare la crescita personale, lo sviluppo e il progresso integrale della nostra città”. Ha poi concluso con queste parole: “Credo che una delle risposte che la Chiesa cattolica può dare al nostro territorio per esprimere la cattolicità della Chiesa stessa sia quello di promuovere processi che in linguaggio laico vengono definiti di internazionalizzazione. La presenza della diversità è una ricchezza per tutti noi”.