Il lavoro delle organizzazioni della società civile e dei difensori dei diritti fondamentali è essenziale per l’applicazione pratica della Carta dei diritti fondamentali, ma “occorre compiere ulteriori sforzi in tutta l’Ue per sostenerle, anche migliorando l’ambiente in cui operano”. Questo il messaggio della Relazione 2022 sull’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue, pubblicata oggi dalla Commissione europea.
La relazione guarda in maniera specifica a “ciò che gli Stati membri e l’Ue stanno facendo per sostenere le organizzazioni della società civile e i difensori dei diritti come le istituzioni nazionali per i diritti umani, gli organismi per la parità e le istituzioni difensive”. Si tratta di attori “importanti per proteggere e promuovere i diritti fondamentali” e “il loro impatto si fa sentire in modo acuto durante i periodi di crisi”. Per esempio, in relazione all’aggressione all’Ucraina sono stati “fondamentali per contrastare la disinformazione, mobilitare il sostegno per le persone in fuga e documentare le atrocità, oltre a trasmettere informazioni vitali sui bisogni di gruppi specifici”. Tuttavia, il 61% delle organizzazioni deve affrontare ostacoli che limitano il proprio “spazio sicuro”, mentre il 43% affronta attacchi verbali, fisici, o online. Dal Rapporto emerge anche che “la mancanza di fondi rimane una sfida importante per quasi la metà delle organizzazioni”, e soprattutto per quelle che si occupano dello Stato di diritto, della democrazia e dei diritti fondamentali. Molti Stati membri le consultano nella preparazione della legislazione, o addirittura hanno modalità permanenti per il dialogo, sebbene le organizzazioni segnalino ostacoli alla loro inclusione (accesso limitato a documenti e informazioni, mancanza di dialogo civile). Minoranze e gruppi vulnerabili sono “troppo spesso esclusi”.