“I danni dell’individualismo consumista sono sotto gli occhi di tutti. E il danno più grave è che gli altri, le persone che ci circondano, vengono percepite come ostacoli alla nostra tranquillità, alla nostra comodità”. A denunciarlo è stato il Papa, nell’omelia del tradizionale Te Deum di fine anno, presieduto nella basilica di San Pietro. “Gli altri ci scomodano, ci disturbano, ci tolgono tempo e risorse per fare quello che ci piace”, il monito di Francesco: “La società individualistica e consumistica tende ad essere aggressiva, perché gli altri sono dei concorrenti con cui competere. Eppure, proprio dentro queste nostre società, e anche nelle nostre situazioni più difficili, ci sono persone che dimostrano come sia ancora possibile scegliere la gentilezza e così, con il loro stile di vita, diventano stelle in mezzo all’oscurità”. Ai fedeli, Francesco ha riproposto la descrizione della virtù della gentilezza fatta da San Paolo, nella Lettera ai Galati: “un atteggiamento benevolo, che sostiene e conforta gli altri evitando ogni asprezza e durezza. Un modo di trattare il prossimo facendo attenzione a non ferire con le parole o con i gesti; cercando di alleggerire i pesi altrui, di incoraggiare, di confortare, di consolare; senza mai umiliare, mortificare o disprezzare”.