“Adulti provati e stanchi ma bambini sereni e con tanta voglia di giocare”. Descrive così i migranti arrivati oggi a Ravenna la vicedirettrice della Caritas diocesana di Ravenna-Cervia, Daniela Biondi, che si è occupata, con una quarantina di volontari, di assicurare loro un pasto caldo e intrattenere i più piccoli. Per uno di loro, racconta Daniela, la parola Caritas era già sinonimo di accoglienza: “Ho avuto modo di parlare con un giovane migrante della Nigeria, cristiano, che ci conosceva per quel che fa la Caritas nel suo Paese. È stato contento di vederci qui”. Ma quel che più ha colpito la vicedirettrice è la macchina della solidarietà nata per accogliere i migranti: “Ho ricevuto offerte di aiuto dai volontari delle altre Caritas della regione – racconta -. Per non parlare dei vestiti e le coperte che i ravennati hanno portato al nuovo emporio solidale”. Una macchina, coordinata dal prefetto Castrese de Rosa, che ha visto coinvolte, oltre alle forze dell’ordine e all’Amministrazione comunale, Ausl, Servizi Sociali, mediatori culturali e il mondo del volontariato. In totale circa 300 persone.
I migranti ora saranno distribuiti nella rete dei Cas dell’Emilia-Romagna, fa sapere l’assessore regionale al Welfare , Igor Taruffi: “I 69 adulti verranno distribuiti nelle provincie, mentre i 34 minori saranno ospitati temporaneamente a Ravenna nella struttura del Villaggio del Fanciullo. È la prima volta che arriva una nave direttamente in Emilia-Romagna ma già accogliamo tanti migranti. L’Emilia Romagna risponde, è terra d’accoglienza e solidarietà. Per noi questi sono valori irrinunciabili. Abbiamo fatto la nostra parte, continueremo a farla. È chiaro che è necessario darsi un’organizzazione che non può essere quella dell’improvvisazione che ha caratterizzato questa operazione. Siamo stati informati il 27 dicembre dell’arrivo di una nave che sarebbe attraccata 4 giorni dopo. I tempi e i modi non possono essere questi. Soprattutto, non è normale che una nave che sta nel Mediterraneo venga spedita a Ravenna facendo trascorrere alle persone che sono a bordo, naufraghi, almeno 9 o 10 giorni di navigazione prima di essere soccorsi”.