In un intervento per il quotidiano “Bild”, il segretario particolare di Benedetto XVI, l’arcivescovo Georg Gänswein, ha reso omaggio al Papa emerito e lo ha difeso dalle critiche: “Benedetto non era un Papa attore e ancor meno un insensibile automa papale. Era e rimase pienamente umano anche sul soglio di Pietro”. Benedetto XVI, che è stato “assolutamente occidentale”, ha incarnato la ricchezza della tradizione cattolica dell’Occidente come nessun altro, ha scritto Gänswein: “Allo stesso tempo ha aperto così audacemente la porta a un nuovo capitolo nella storia della Chiesa togliendosi il suo Anello del Pescatore (simbolo pontificale, ndr) di suo libero arbitrio. Non c’era mai stato un passo come questo prima d’ora e non deve sorprendere, quindi, che alcuni lo vedessero come rivoluzionario, mentre altri vedessero il papato come demitizzato – o semplicemente più umano”, ha detto Gänswein. Dei suoi viaggi con Ratzinger, mons. Gänswein non dimenticherà mai l’incontro con le vittime di abusi a Malta nel 2010: “Il Papa ha ascoltato in silenzio e ha confortato i cuori turbati delle persone colpite. La sua sola presenza e le lacrime che ha versato sono state capaci di più delle parole”. “La vergogna di quanto era accaduto portò all’affermazione del Santo Padre di fare di tutto perché simili casi non si ripetessero”. Benedetto XVI, ha precisato l’arcivescovo, alla fine non si è dimesso per il tradimento del suo ‘povero e maldestro valletto’ o per la cosiddetta crisi ‘Vatileaks’ del 2012: quello scandalo era troppo piccolo per questo, mentre questo ben ponderato passo del millennio di Benedetto XVI era molto più grande. Con un atto di straordinaria audacia, ha rinnovato questa carica e l’ha potenziata con le sue ultime forze. Sono convinto che la storia lo dimostrerà”.