Il card. Rainer Maria Woelki, arcivescovo di Colonia, ha parlato di Benedetto XVI come “grande teologo del nostro tempo e come persona prudente e lungimirante”. Woelki ha ricordato che lo ha apprezzato “come un profondo pensatore spirituale” perché la sua teologia ha plasmato e rafforzato nella fede innumerevoli persone: “La sua vita è stata strettamente legata ai grandi avvenimenti ecclesiastici del nostro tempo. Così facendo, ha plasmato in modo profetico la Chiesa di oggi”. Con la morte di Benedetto XVI, secondo il vescovo di Treviri, mons. Stephan Ackermann, la Chiesa e il mondo hanno perso “un grande maestro della fede cristiana”. Come professore di teologia, vescovo e cardinale, Ackermann ha spiegato che Joseph Ratzinger era riuscito ad affascinare le persone per il messaggio di fede come nessun altro. Come Papa è rimasto uno studioso: “È sempre stata sua grande preoccupazione coniugare fede e ragione”, ha affermato il vescovo di Treviri, che definisce le dimissioni di Benedetto XVI da Papa un passo straordinario e coraggioso. “Ha dato un contributo non trascurabile a una comprensione più umana della più alta carica nella Chiesa”, ha detto il vescovo che è convinto che “l’importanza del pontificato di Benedetto XVI verrà compresa nel tempo ancora più chiaramente di quanto non avvenga già oggi”. Mons. Bertram Meier, vescovo di Augusta ha raccontato oggi che “Poco dopo la mia ordinazione sacerdotale nel 1985 ho potuto conoscere Joseph Ratzinger. Durante i miei anni al Collegio Tedesco del Campo Santo vicino a San Pietro a Roma ho potuto celebrare l’Eucaristia con lui quasi ogni giovedì e spesso con lui facevo colazione. Durante il mio dottorato mi ha ripetutamente chiesto dell’andamento del mio lavoro, soprattutto perché scrivevo del vescovo emerito di Ratisbona, mons. Johann Michael Sailer, che lui ammirava ed era il padre della teologia pastorale”.