Il metropolita greco-ortodosso Arsenios Kardamakis prega perché il defunto Papa emerito Benedetto XVI, che ha apprezzato soprattutto per aver costruito ponti spirituali tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa. “Il suo profondo esame scientifico e la conoscenza dei padri della Chiesa lo hanno portato a un legame particolarmente profondo ed ecumenico con la Chiesa ortodossa che è durato tutta la sua vita”, ha detto all’agenzia di stampa Kathpress il metropolita d’Austria ed esarca d’Ungheria e dell’Europa centrale. Ne sono scaturiti diversi incontri importanti, tra cui quello con il patriarca ecumenico Bartolomeo I. Benedetto XVI è stato “non solo un grande papa, ma anche un teologo di importanza duratura”, ha sottolineato Arsenios, che ha anche fatto riferimento in particolare al tempo trascorso dalla rinuncia del pontificato nel 2013. Questo passo ha mostrato “che era un uomo di Dio che ha inteso tutta la sua vita come sacrificio e devozione a Dio” ha detto Arsenios, per il quale Benedetto rimane un “modello luminoso” anche per la sua “intensa e sincera preparazione all’incontro con il giudice eterno”, che si è svolto nella preghiera e nel silenzio per quasi dieci anni. Ora Benedetto XVI è “arrivato al termine del pellegrinaggio terreno”. Gli sforzi ecumenici di Papa Benedetto XVI son stati evidenziati anche dal presidente del Consiglio ecumenico delle Chiese in Austria (ÖRKÖ), il decano della cattedrale di Santo Stefano a Vienna, mons. Rudolf Prokschi: il quale vede che, nel pontificato di Joseph Ratzinger, c’è stato un progresso per quanto riguarda l’ortodossia, ma meno nei rapporti con le chiese tradizionaliste e della Riforma. Verso la fine del pontificato di Papa Giovanni Paolo II, il dialogo ufficiale tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa si fermò in gran parte ma con il il nuovo papa tedesco il cammino riprese, nota Prokschi: nell’ortodossia c’è stata sempre grande stima per il teologo Joseph Ratzinger divenuto papa Benedetto XVI, e ciò si percepisce anche nella Chiesa ortodossa russa.