“Con Papa Benedetto perdiamo un padre, un padre spirituale e intellettuale, che ha avuto un’influenza formativa su molti. Perdiamo una persona che ci ha insegnato a pensare e a credere, che ci ha insegnato a vedere con gli occhi della fede. Perdiamo una persona che ci ha aiutato a interpretare molti segni dei tempi. Perdiamo un grande figlio della nostra patria e della nostra diocesi, un amico dello stile di vita e della cultura bavarese, un pensatore con un grande cuore”. Sono parole di mons. Stefan Oster, vescovo della diocesi di Passau, a cui appartiene Marktl am Inn, il paese in cui il 16 aprile 1927 è nato Joseph Ratzinger. “Perdiamo uno dei più grandi e importanti teologi del XX e del XXI secolo”, continua mons. Oster, “un testimone contemporaneo della storia della Chiesa degli ultimi decenni, e soprattutto uno degli ultimi testimoni contemporanei del Concilio Vaticano II, che ha avuto un ruolo decisivo nella sua formazione. Perdiamo un uomo che era rispettato da tanti per la sua profondità e saggezza, per la sua chiarezza e sincerità – e che era anche osteggiato da non pochi – forse proprio per questo”. Di Ratzinger, Oster scrive che era “tranquillo e timido, non invadente, sapeva ascoltare meravigliosamente e dare risposte che andavano al cuore dell’oggi che erano tuttavia così piene di saggezza dal grande tesoro della tradizione.” E poi ancora: “Perdiamo un uomo che era una delle persone più colte del suo tempo, un uomo con rara brillantezza intellettuale e potere interpretativo”, ma che sapeva anche “unirsi alla fede dei semplici pellegrini nel cuore della Baviera, nella preghiera e nella supplica per la salvezza di tutti”. Oster ricorda l’amore di Ratzinger per il santuario mariano della vicina Alltötting. “Perdiamo un grande servitore della Chiesa”, continua mons. Oster, “che da Papa ci ha regalato sorprese a ripetizione”: il riferimento è alle encicliche, alla libertà di parola in tante situazioni, il suo modo di affrontare i propri errori e le ferite della Chiesa, la sua capacità di dialogo autentico. “Le sue dimissioni ci hanno mostrato quanto poco fosse attaccato al potere e quanto gli importasse del buon andamento della Chiesa”. E infine, scrive mons. Oster, “perdiamo un uomo che, negli ultimi anni della sua vita, ha dovuto constatare e anche ammettere che, come arcivescovo di Monaco e Frisinga, non ha prestato sufficiente attenzione alle persone colpite da abusi sessuali nella Chiesa” ma che anche, come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, “ha contribuito in modo decisivo a riconoscere il problema degli abusi nella Chiesa in tutta la sua drammaticità e che ha quindi avviato cambiamenti essenziali”. Oster conclude dicendo la “consolazione” nel sapere che Benedetto XVI è tornato alla casa del Padre, “perché guadagniamo un guerriero della preghiera in cielo, un intercessore per la nostra patria, la diocesi di Passau e tutta la Chiesa. Lo ringraziamo di cuore per tutto quello che ci ha dato. Ringraziamo il Signore per avercelo dato che porti a compimento tutte le promesse a Papa Benedetto”.