“Un decreto che introduce norme eticamente inaccettabili, che riduce fortemente la possibilità per le Ong di porsi come un’ancora di salvataggio per i migranti. Il dovere di accoglienza e di soccorso è la base della civiltà. Se viene meno, l’emorragia di umanità rischia di diventare inarrestabile. Le leggi devono tutelare i diritti, non il potere. Devono promuovere la giustizia sociale, non le disuguaglianze e le discriminazioni. La politica esca dai tatticismi, dai giochi di potere, dalla logica del consenso, riduca le distanze sociali e si lasci guidare dai bisogni delle persone. Lo diciamo con forza: nessun decreto, nessuna norma può criminalizzare la solidarietà”. In una nota Libera commenta oggi le norme sulle Ong previste nel Decreto sicurezza approvato dal Governo.
“Si stima – prosegue Libera – che nel 2022 circa 1.500 persone siano morte, nel tentativo di una vita dignitosa, lontano da guerre, fame e carestie. Gli equipaggi che con coraggio e autofinanziandosi salvano i naufraghi, non possono essere messi di fronte a queste clausole restrittive. Costringere le navi umanitarie a percorrere centinaia di miglia per portare i naufraghi a terra, sostenendo costi economici e ambientali imponenti, è un modo per ostacolare l’accoglienza, diminuire le operazioni e generare tensione con i migranti a bordo, persone allo stremo delle forze”, prosegue Libera. “Alle Ong verrebbe inoltre chiesto di occuparsi di raccogliere le potenziali richieste d’asilo dei salvati, ma le pratiche di protezione internazionale non possono che essere gestite dalle autorità competenti, a terra, e dopo il salvataggio. Le Ong che si occupano di salvare vite hanno cercato una via per opporsi alla perdita di civiltà. Sono iniezioni di umanità, esempio di responsabilità e integrità morale, in un tempo in cui rischiamo di essere schiacciati dal cinismo, dall’indifferenza, dalla sete di potere”.