Papa Francesco: “Totum amoris est”, “la devozione è uno stile di vita, illumina la vocazione di ognuno”

Una “seconda grande scelta cruciale” di San Francesco di Sales è stata “quella di aver messo a tema la questione della devozione. Anche in questo caso, come ai nostri giorni, il nuovo passaggio d’epoca aveva sollevato, in merito, non pochi interrogativi. In particolare, due aspetti chiedono di essere compresi anche oggi e rilanciati. Il primo riguarda l’idea stessa di devozione, il secondo, il suo carattere universale e popolare”. Lo scrive Papa Francesco, nella Lettera apostolica “Totum amoris est”, pubblicata oggi nel IV centenario della morte di San Francesco di Sales.
“Gustosa e sempre attuale” è la descrizione che fa san Francesco di Sales “della falsa devozione, in cui non ci è difficile ritrovarci, non senza una efficace punta di sano umorismo”, come “chi si consacra al digiuno”, “mentre ha il cuore pieno di rancore”, o come chi non beve né acqua né vino ma “non avrà alcuno scrupolo nel tuffarla nel sangue del prossimo con la maldicenza e la calunnia”, o ancora chi prega tutto il giorno ma “non darà peso alle parole cattive, arroganti e ingiuriose che la sua lingua rifilerà, per il resto della giornata, a domestici e vicini” o chi fa anche l’elemosina ai poveri ma “non riuscirà a cavare un briciolo di dolcezza dal cuore per perdonare i nemici”. “Sono evidentemente vizi e fatiche di sempre, anche di oggi”, commenta il Papa.
“La novità e la verità della devozione, invece, si trovano altrove, in una radice profondamente legata alla vita divina in noi”. Per questo “essa non si pone accanto alla carità, ma è una sua manifestazione e, insieme, conduce ad essa. È come una fiamma rispetto al fuoco: ne ravviva l’intensità, senza mutarne la qualità”. Il Pontefice precisa: “Una devozione così intesa non ha nulla di astratto. È, piuttosto, uno stile di vita, un modo di essere nel concreto dell’esistenza quotidiana. Essa raccoglie e interpreta le piccole cose di ogni giorno, il cibo e il vestito, il lavoro e lo svago, l’amore e la generazione, l’attenzione agli obblighi professionali; in sintesi, illumina la vocazione di ognuno”.
Si intuisce qui la” radice popolare della devozione”. È “per questo – osserva il Papa – che si sbaglia di molto chi pensa di relegare la devozione a qualche ambito protetto e riservato. Piuttosto, essa è di tutti e per tutti, ovunque siamo, e ciascuno la può praticare secondo la propria vocazione”. Il Pontefice aggiunge: “Attraversare la città secolare, custodendo l’interiorità, coniugare il desiderio di perfezione con ogni stato di vita, ritrovando un centro che non si separa dal mondo, ma insegna ad abitarlo, ad apprezzarlo, imparando anche a prendere le giuste distanze da esso: questo era il suo intento, e continua a essere una lezione preziosa per ogni donna e uomo del nostro tempo”. È questo “il tema conciliare della vocazione universale alla santità”: “Ognuno per la sua via”. La madre Chiesa ci propone modelli di santi “non perché cerchiamo di copiarli, ma perché ci spronino a camminare sulla via unica e specifica che il Signore ha pensato per noi”.

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