Nell’editoriale del nuovo numero della rivista “Impegno” seguono riflessioni di Paola Bignardi (presidente della Fondazione Mazzolari) sugli insegnamenti di Papa Francesco: “Se siamo fratelli tutti, allora la pace è la sorella necessaria a costruire legami sani, a superare nel dialogo e nella ricerca di accordi la possibilità di una convivenza che riconosca l’uguale dignità delle persone, l’urgenza di impostare le relazioni tra i popoli sulla base di principi di giustizia, di rispetto del diritto, di solidarietà”. Quindi una ripresa del tema guerra-pace in don Mazzolari, passato dall’interventismo nella prima guerra mondiale a una sofferta riflessione e testimonianza pacifista, sfociata nel “Tu non uccidere”, volume della metà degli anni ’50, in piena “guerra fredda”. Bignardi osserva: “La pace e la guerra” per Mazzolari “non sono questioni dei grandi della terra, ma di ogni cristiano, perché ‘il cristiano è un uomo di pace, non un uomo in pace’. Mazzolari affronta il dilemma tra guerra giusta e ingiusta con una descrizione della guerra che lascia pochi margini al dubbio: ‘La guerra è sempre criminale; è sempre mostruosamente sproporzionata; è sempre una trappola per la povera gente (che paga col sangue e ne riceve i danni e le beffe); è sempre antiumana e anticristiana’”.
Infine la presidente della fondazione osserva: “La pace è una sorella esigente, come esigenti e complesse sono tutte le relazioni fraterne. La pace è dentro un rapporto che occorre riguadagnare ogni giorno, nel suo rapporto con la libertà, con la carità, con la dignità umana e con quel garbuglio inestricabile che è il cuore umano”.