Un messaggio di solidarietà e di pace è salito il giorno di Natale, domenica 25 dicembre, dalla basilica di Santa Maria in Trastevere, vestita a festa per il 40° anniversario del primo pranzo con i poveri della Comunità di Sant’Egidio. Una grande tavolata che da Roma ha abbracciato il mondo intero con migliaia di banchetti: dalle 47 persone sedute a tavola nel 1982 agli 80mila che hanno partecipato in Italia e ai 250mila in tutti i continenti. “Un Natale di speranza in un tempo segnato dalla crisi e dalla guerra in Ucraina, con tutte le sue conseguenze”, si legge in un comunicato della Sant’Egidio. Al pranzo c’erano anche alcuni ucraini fuggiti dalla guerra e accolti in Italia, insieme a senza fissa dimora, anziani, rifugiati venuti con i corridoi umanitari realizzati dalla Comunità. “Oggi – ha detto il presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo – siamo felici di avere ospitato, in Italia e nel mondo, migliaia di persone e di esserci seduti a tavola con loro perché sono pranzi in cui si confonde chi serve e chi è servito”. Alla fine, il saluto del parroco, don Marco Gnavi, che ha chiamato alcuni tra gli ospiti, come Armando e Iolanda, 97 anni, i più anziani della tavolata, Celeste venuta dalla Nigeria, Jubilé, che è stato per lunghi mesi con la sua famiglia nel campo profughi di Lesbo, e Anna con la sua piccola Pamela, siriane di Aleppo, che hanno lanciato un commovente messaggio di pace. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, presente al pranzo, ha parlato di “giornata di fratellanza e amicizia che corona un lavoro di tutti i giorni a favore dell’inclusione, dell’accoglienza e del dialogo”. Mentre il cardinale segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, ha portato il saluto e gli auguri di Papa Francesco: “Si tratta di iniziative da moltiplicare perché abbiamo tutti bisogno di tanta solidarietà in questo momento. Cerchiamo di rendere migliore questo mondo”.