“Nella grotta di Betlemme viene al mondo la libertà”. Così l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, nell’omelia della messa del giorno di Natale in cattedrale. Una libertà che si manifesta mentre, in parallelo al censimento evangelico all’epoca della nascita di Gesù, è in atto secondo mons. Tisi un “censimento silenzioso delle nostre vite” dove “nonostante le leggi sulla privacy siamo – ha denunciato l’arcivescovo – tutti contati, schedati, profilati”, vittime degli algoritmi digitali capaci di captare “i nostri desideri, attese e interessi” per sottoporre “alla nostra attenzione notizie, informazioni, proposte commerciali”.
La libertà donataci nel Natale, per l’arcivescovo, “ha i tratti di un Dio che entra nella Storia dalla periferia del mondo, trasformandola in terreno libero, dove assaporare la gioia”. “I passi della gioia – ha precisato il presule – sono legati all’attitudine a ritrarsi e fare spazio, a rendersi vulnerabili, a lasciarsi incontrare”. “Tuttavia – ha argomentato mons. Tisi –, le tenebre in cui siamo immersi – le troppe guerre, la crisi ambientale, la pandemia con le sue ferite ancora aperte – sembrano essere una clamorosa smentita della forza custodita nella grotta di Betlemme”. Infatti, “continuiamo sostanzialmente a credere che i problemi si risolvono con la logica della guerra e delle prove di potenza. La guerra prima di essere fuori di noi è dentro di noi”. “Chi vive nella gioia – ecco la provocazione del Natale secondo l’arcivescovo – non si sottrae alla sfida di scegliere, non si accontenta delle vie di mezzo, non si lascia stordire dal grido del più forte, non permette che la propria agenda sia dettata dagli algoritmi”.
Il Natale è, dunque, l’”occasione per smascherare le trame di guerra che ci abitano e per intraprendere il viaggio della libertà”. Per scegliere l’unica opzione davvero vitale – “fare spazio, incontrare, ascoltare” – , l’unica in grado di produrre “pace, gioia, libertà, dono del Salvatore nato a Betlemme”.