Oggi, stiamo vivendo una crisi “antropologica” che “è una crisi dovuta alla mancanza di pensiero. È una crisi di astinenza. Astinenza dal pensare, dal pensare secondo Dio e dal pensare la nostra vita secondo una logica che è la logica del Signore che è la logica che ci è rivelata nel Bambino di Betlemme, la logica dell’amore, della passione, della tenerezza”. Lo ha detto il vescovo di Lamezia Terme, mons. Serafino Parisi, nella messa del giorno di Natale.
Ma, “dov’è più la tenerezza? Dov’è più la passione? Dov’è più l’amore? Diventiamo subito lupo dell’altro – ha aggiunto il presule -. Mettiamo tra di noi la logica della giungla e il Signore viene a dire: ‘Ma così ti sei ridotta umanità? Ecco, io entro dentro questa carne marcita dell’umanità e le dico rivivi’”.
“Il Natale di toni reali – ha osservato mons. Parisi – è un ingresso del logos di Dio, il Verbo per eccellenza che rende presente, visibile, il Signore. Quel Dio che veniva immaginato lontano, irraggiungibile, adesso è in un bambino che è la tenda dell’incontro, la shekinah della presenza di Dio: entri attraverso questo Bambino e ti incontri con il Signore ed il Signore attraverso questo Bambino incontra l’umanità. C’è davvero speranza. Rinasce la speranza”.
Da qui l’augurio affinché questo Natale “sia un giorno dal quale inizia il nostro cammino, la nostra trafila da credenti” e “faccia iniziare il dinamismo che noi dobbiamo mettere, giorno dopo giorno, dentro l’umanità”. “Guardando a questa crisi dell’uomo, a questa crisi antropologica – ha concluso il vescovo – chiediamo al Signore di mandarci il suo Logos, la sua Parola, il suo Verbo, il suo pensiero, il suo modo di essere, di ragionare. Assumiamo, cioè, nel piccolo di Betlemme lo stile di Dio che è lo stile dell’incontro, è lo stile della condivisione ed è lo stile della liberazione e della redenzione”.