“La tenda che il Signore ha posto in mezzo a noi si allarga, sì, per fare posto a chiunque voglia trovare in lui riparo”. È quanto scrive mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano All’Jonio, nel messaggio per il Natale. Ma la tenda non si allarga “aumentando i posti disponibili al proprio interno… La tenda del Signore non è un servizio dove ognuno possa trovare un po’ di ristoro quando ne ha voglia. Piuttosto la tenda del Signore – evidenziato il vescovo – si allarga tramite gli spazi concreti delle nostre storie e delle nostre esistenze che cedono a Lui il posto senza smarrirne l’unicità ma raggiungendola realmente. Cresce, quando noi mettiamo la nostra vita a disposizione dei progetti del Signore, come hanno fatto Maria e Giuseppe”. “È il Signore – prosegue il presule – che viene ad abitare nella nostra tenda, nella nostra Chiesa locale. Allarghiamo la tenda del Signore, quando la nostra vita si fa spazio di misericordia per il misero e lo sfiduciato; e prima ancora, quando le nostre mani, la nostra testa, i nostri piedi praticano il dovere di giustizia a cui sono attesi, senza far mancare al mondo il contributo del proprio lavoro onesto e corretto”.
“Allarghiamo la tenda del Signore quando facciamo spazio al perdono e lo togliamo alla mormorazione e al giudizio; quando ci adoperiamo per estendere un’opera di pace tra i rancori e le guerre. Siamo tenda del Signore che si allarga al prossimo, quando spezziamo le catene dei pregiudizi e degli interessi che opprimono la dignità dei poveri e dei forestieri; quando ci facciamo presenza di conforto accanto agli infermi e ai deboli”. E ancora: “Siamo tenda del Signore quando cerchiamo di stendere ponti di dialogo tra e generazioni, tra le culture, tra gli ambienti sociali, tra i centri e le periferie, tra le mura delle chiese e le case e le strade che le circondano”.