Afghanistan: no a donne nelle Ong. ActionAid costretta a sospendere temporaneamente attività

ActionAid ha preso la difficile decisione di “sospendere temporaneamente la maggior parte dei suoi programmi in Afghanistan fino a quando non emergerà un quadro più chiaro” riguardo al divieto del governo di far lavorare le donne nelle Ong. “Abbiamo assistito alla graduale erosione dei diritti umani delle donne in Afghanistan con la chiusura delle scuole secondarie per quasi nove mesi e il successivo divieto di accesso all’università. L’ultima direttiva emanata il 24 dicembre che impedisce alle donne di lavorare con agenzie umanitarie come ActionAid avrà conseguenze devastanti per le persone che contano sul loro sostegno”, precisa l’organizzazione, che lavora con oltre 15 milioni di persone che vivono in più di 40 dei Paesi più poveri del mondo ed è presente in Afghanistan dal 2002. “Le donne sono essenziali per qualsiasi operazione di aiuto umanitario, tanto più nel contesto dell’Afghanistan, dove solo le donne possono interagire con le donne”. In ActionAid la capacità di fornire servizi nel Paese dipende da 97 donne “che lavorano instancabilmente per migliorare la vita di coloro che le circondano. Attualmente, quasi la metà della popolazione afghana non ha abbastanza cibo e sta soffrendo in condizioni di fame grave. Quest’inverno, molti stanno vivendo temperature estreme ed è necessario un intervento immediato per salvare vite umane. Se alle donne viene vietato di lavorare, queste persone non potranno essere raggiunte e aiutate”. ActionAid rimarrà “in stretto contatto con partner, donatori e funzionari governativi per consentire, non appena possibile, un’inversione di queste direttive. Nel frattempo, siamo solidali con donne, uomini, ragazze e ragazzi in tutto il Paese i cui diritti, vite e mezzi di sussistenza saranno fortemente influenzati da questa decisione”. “Vogliamo un mondo giusto e sostenibile, in cui tutti godano del diritto a una vita dignitosa e alla libertà dalla povertà e dall’oppressione. Lavoriamo per la giustizia sociale, l’uguaglianza di genere e l’eliminazione della povertà”, conclude l’organizzazione.

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