“Abbiamo tutti un grande bisogno di serenità e di pace. Impegniamoci a coltivarle anzitutto dentro di noi e riusciremo poi a diffonderle intorno a noi. Di certo non ci mancherà l’aiuto di Colui che è venuto in mezzo a noi come Salvatore, umile e onnipotente. Camminiamo dunque nella sua luce”. È l’augurio espresso dal vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, alla comunità diocesana in occasione del Natale.
“A pochi giorni ormai dal mio rientro in diocesi”, scrive il vescovo, il messaggio augurale è accompagnato “da sentimenti di gratitudine, e prima ancora di stima e affetto”. “Non avrei mai immaginato – spiega mons. Tremolada – di trovarmi a vivere quanto effettivamente ho vissuto: una grave malattia, un intervento molto delicato dagli esisti incerti, un percorso di mesi segnato da una naturale apprensione e ora la soddisfazione nel constatare che tutto è andato per il meglio, senza gravi complicazioni. So bene che in questi mesi il pensiero e la preghiera di molti bresciani hanno riguardato la mia persona. Di questo vorrei sinceramente ringraziare. Mi sono giunti attestati di stima e di affetto che mi hanno profondamente commosso”. “Voglio dire a tutti – prosegue il vescovo – che la stima e l’affetto sono sinceramente ricambiati e che sono molto felice di tornare a servire nel nome del Signore la gente di queste terre così belle e ormai per me così care”. “Ho ricevuto tanto bene da chi si è preso cura di me nel mese trascorso in ospedale e poi in quelli successivi: medici e infermieri che mi hanno testimoniato il volto buono di una umanità nobile e generosa. Anche di questo vorrei ringraziare”, aggiunge il vescovo: “Unisco tutto nella riconoscenza a Colui che vigila sui cammini di ciascuno, con sollecitudine paterna e con infinita benevolenza”. “Il mio pensiero – ve lo confido – in questo momento è per tutti coloro che stanno ancora lottando contro la malattia, per quanti non ce l’hanno fatta, per quanti vedono il loro percorso segnato da complicazioni e difficoltà. La gioia per l’esito positivo della mia vicenda, almeno fino a questo momento, si mescola con un senso quasi di imbarazzo di fronte alla sofferenza di altri che invece continua, alla loro apprensione, alla loro fatica”, rivela mons. Tremolada: “Più volte mi sono chiesto perché questa diversità. Devo confessare che fatico a trovare una risposta”. “C’è una soglia – riconosce il presule – che non ci è dato oltrepassare. Resta la possibilità di una preghiera fraterna e affettuosa per chi continua a lottare e la speranza di una vita che alla fine comunque vincerà”. “Mi sono permesso di condividere questo pensiero perché credo abiti il cuore di molti che in questo momento sono visitati dalla sofferenza e di molti altri che sono al loro fianco”, conclude il vescovo, nel rinnovare “a tutti il mio augurio per questo Natale e per il nuovo anno”.