“Se Dio si è fatto uomo perché dubitare dell’uomo? Il Natale di Gesù interrompe definitivamente l’idea di una contrapposizione tra il corpo e l’anima, già presente nella cultura filosofica greco-romana. Anche San Paolo ne fu contagiato, preoccupato che venisse svalutato lo spirito. Da allora, inutile negarlo, nel corso dei secoli c’è stato del discredito nei riguardi del corpo, fino a presentare erroneamente il cristianesimo come suo nemico. In realtà la nascita di Gesù ha fatto saltare in aria l’idea che Dio non ha niente a che fare con la carne, perché appartenente a un’altra dimensione. Questo evento, come la sua risurrezione nella carne, dimostrano quanto sia stata disattesa questa incarnazione del divino nell’umano, permettendo così che prevalesse, particolarmente in alcune epoche storiche, un debole spiritualismo”. Sono queste le parole che il vescovo Antonello Mura scrive nel messaggio rivolto alla diocesi di Lanusei per il Natale 2022, nel quale evidenzia i rischi di una fede disincarnata. “La bella notizia del Natale di Gesù è che ogni bella esperienza di Dio coincide col vivere una bella esperienza della nostra umanità. Più cresceremo umanamente, più il divino abiterà in noi, più accogliamo il divino e maggiormente ne viene promossa tutta la nostra umanità”. Il presule evidenzia come il fatto che Dio inizi la sua incarnazione come un bambino sia il monito ad offrire cura, attenzione e prossimità per ogni persona, ricordando la necessità di valorizzazione della nostra umanità, visitata da Dio. “I verbi scendere, abbassarsi, inchinarsi sono i verbi che descrivono la realtà di Dio fin dal suo Natale. Sono verbi da sempre alleati del verbo amare, che forse troppo disinvoltamente ci capita di usare, e che altrettanto disinvoltamente capita di scansare”, aggiunge mons. Mura che conclude: “Gesù, ogni anno, ci ricorda di che pasta siamo fatti, se Lui per primo si è preso cura di noi, ma anche a quale spessore umano-divino possiamo arrivare, se ci prendiamo cura gli uni degli altri. Buon Natale!”.