Caso Rupnik: card. De Donatis, “risanare le ferite e fare piena luce”. Verosimilmente ci saranno “anche provvedimenti rispetto agli uffici canonici diocesani”

“Tutta la diocesi, di fronte a questa sconcertante comunicazione, soprattutto mediatica, che disorienta il popolo di Dio, sta vivendo con preoccupazione e sgomento queste ore, consapevole dell’estrema delicatezza della situazione”. Lo ha dichiarato, ieri sera, il card. Angelo De Donatis, vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, in merito al caso di padre Marko Ivan Rupnik, membro della Compagnia di Gesù, precisando che il chierico “finora ha avuto un rapporto di carattere pastorale a più livelli con la diocesi di Roma, ma non si trova in una posizione di sottomissione gerarchica al cardinale vicario a livello disciplinare ed eventualmente penale”.
La diocesi di Roma, che “non era consapevole fino a tempi recenti delle problematiche sollevate”, “non può entrare nel merito delle determinazioni assunte da altri, ma assicura, anche a nome del suo vescovo, ogni supporto necessario per l’auspicabile soluzione positiva del caso, che risani le ferite inferte alle persone e al corpo ecclesiale, portando per quanto possibile a fare piena luce e verità sull’accaduto: quella verità che sola ci rende liberi (Gv 8,32)”.
La Chiesa, prosegue il porporato, “ha due mandati inalienabili che sono al contempo anche doveri: stare vicino a chi soffre e attuare i criteri di verità e di giustizia desunti dal Vangelo. Nel caso che la sta scuotendo è bene si proceda secondo una strada certa: noi ministri di Cristo non possiamo essere meno garantisti e caritatevoli di uno Stato laico, trasformando de plano una denuncia in reato. I giudizi che vediamo diffondersi da parte di molti con particolare veemenza, non sembrano manifestare né un criterio evangelico di ricerca della verità, né un criterio di base su cui si fonda ogni stato di diritto, a verbis legis non est recedendum”.
La Chiesa che è in Roma in questo momento ritiene “primario e fondamentale accogliere con profondo rispetto il dolore e la sofferenza di tutte le persone coinvolte in questa vicenda, soprattutto in questo tempo liturgico dell’anno che chiama tutti a riconoscere in Cristo Salvatore l’unico in grado di guarire le ferite del cuore dell’uomo”.
In particolare, la diocesi di Roma assicura “tutta la collaborazione necessaria alla Compagnia di Gesù e alle superiori istanze per l’attuazione del decreto prot. Dir-Soli 22/005 del 16 dicembre u.s., a firma del delegato Dir, p. Johan Verschueren s.j., nei termini di legge canonica”. Questo comporterà verosimilmente, tra l’altro, “anche una serie di provvedimenti rispetto agli uffici canonici diocesani – gli unici direttamente soggetti all’autorità del cardinale vicario – di cui P. Rupnik è investito tutt’ora, in particolare quello di rettore della chiesa S. Filippo Neri all’Esquilino e di membro della Commissione diocesana per l’Arte sacra e i Beni culturali”.
La diocesi di Roma è altresì consapevole di “dover riflettere ed eventualmente prendere provvedimenti rispetto ad un’attività che già da molti anni è stata avviata da p. Rupnik e dai suoi collaboratori anche nel nostro ambito diocesano: si tratta del noto ‘Centro Aletti'”.

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