Le lacrime di papa Francesco lo scorso 8 dicembre in piazza di Spagna per il martoriato popolo ucraina “hanno toccato nuovamente il cuore di tante persone, tanto che abbiamo ricevuto un numero incredibile di telefonate di quanti sono disposti a donare per l’Ucraina che sta lottando, per gli ucraini che sono rimasti senza elettricità, senza riscaldamento e stanno attraversando momenti difficili”. Lo ha raccontato il card. Konrad Krajewski ai giornalisti ucraini, secondo quanto riporta il portale cattolico “Credo”, spiegando come è riuscito a raccogliere una così grande quantità di aiuti e generatori e a trasportarli oltre confine, dove è arrivato per celebrare il Natale. L’elemosiniere di papa Francesco ha raccontato la lunga strada percorsa per giungere l’Ucraina, tra Lezhaisk (Polonia) e Lviv, senza code, senza controlli, a beneficio di chi ha bisogno di aiuto. Gli ufficiali alla dogana lo hanno accolto con un sorriso. Gli hanno chiesto cosa stava trasportando e il cardinale dice di aver risposto: “’porto vita’. Perchè è così. Una di queste unità può salvare più di una vita, perché carica il telefono per chiamare un’ambulanza; riscalda una casa in modo che nessuno si raffreddi; permette di preparare il cibo”. Spinto quindi da questa motivazione di salvare vite umane, “per tre giorni ho guidato, percorrendo ogni giorno 300 km. Ho percorso quasi 1500 chilometri così. Ma questo, appunto, è il Vangelo che il Papa vuole attuare. Non commenti al Vangelo, ma ciò che Gesù ha fatto quando la gente aveva fame: “Date loro da mangiare”. Oggi suonerebbe così: “Lasciateli andare alla Caritas”. “Ed è per questo che ho guidato dalle 5 del mattino fino a tarda notte, perché siamo noi che dobbiamo aiutare, riscaldare le case in modo che nessuno si raffreddi; dare la possibilità di preparare il cibo”. “Questa, ovviamente, è una goccia”, osserva il cardinale. “Nessuno da solo guarirà l’intera Ucraina. Ma guarda come si è formato un intero fiume da questa goccia di gentilezza”. Oggi il cardinale è in partenza per Kiev. “Voglio festeggiare il Natale lì, con persone che attualmente soffrono per i bombardamenti, la mancanza di luce e di calore”.