“La fatica di vivere” di oggi, con la malinconia e lo spavento che caratterizza questo momento, con la pandemia, la guerra e la crisi economica, e la fatica e lo spavento di Giuseppe e Maria di allora, davanti al compimento di un evento a lungo atteso che stava per compiersi nel modo meno favorevole: “Non c’era posto per loro nell’alloggio”. Ruota intorno a questa immagine il messaggio di Natale del vescovo di Vittorio Veneto, mons. Corrado Pizziolo, pubblicato sul numero di Natale de L’Azione, in distribuzione in questi giorni. Nonostante tutto “Maria e Giuseppe non cedettero allo spavento, ma continuarono a confidare nella promessa del Signore: ‘Non temere, Maria! Non temere. Giuseppe!’. Questa loro fiducia confidente trasformò un evento che poteva essere solo tragico, in un momento di luce e di speranza per l’intera umanità: ‘Pace in terra agli uomini amati dal Signore!’. Nella sorprendente umiltà e piccolezza di quell’evento, ebbe inizio la storia della redenzione e cioè del farsi vicino a noi da parte di Dio con il suo amore fedele e misericordioso. In quel bambino ci è offerto il dono della pace con Dio e la possibilità di stabilire la pace fra noi uomini. È proprio questa la ragione della serena letizia di Maria e di Giuseppe in quella notte santa e anche in seguito, quando dovettero affrontare persecuzione ed esilio a motivo di quel figlio donato loro da Dio” Da qui l’esortazione del vescovo ad “affrontare e gestire malinconia e paure” come fecero i genitori di Gesù. “Non si tratta di negare che i motivi per essere malinconici o spaventati realmente esistano. Esistono, eccome! E tuttavia – afferma il vescovo – c’è un modo per non rimanerne sopraffatti: quello di continuare, con costanza perseverante, a confidare nella presenza fedele e misericordiosa del nostro Dio”. Infine l’augurio: “trovare, ancora una volta, nella promessa contenuta nella parola di Dio ragioni e motivi di fiduciosa speranza: ne abbiamo bisogno tutti e ne ha bisogno il mondo in cui noi viviamo”.