“Il parlamento scozzese è lontanissimo dall’opinione pubblica su questo argomento. I due terzi dei cittadini sono contrari alla scelta di ridurre l’età minima, alla quale un individuo può fare domanda per un certificato di riconoscimento di genere, da 18 a 16 anni, e il 60% si oppongono al fatto che non sia più necessario una diagnosi medica di disforia per cambiare sesso”. Cosi Anthony Horan, direttore dell’ufficio cattolico parlamentare della Conferenza episcopale scozzese, ha commentato l’approvazione, con 86 voti contro 39, del “Gender Recognition Reform Bill”, la nuova legislazione sul gender, una delle più liberali in materia, che consente, anche a giovani di 16 e 17 anni, di cambiare sesso semplicemente firmando una dichiarazione senza che sia necessaria una diagnosi di disforia di genere o che la loro decisione venga discussa con medici e psicologi. Contrari alla legge erano anche enti laici come la Commissione britannica sui diritti umani, la Commissione scozzese sulla bioetica umana e le associazioni femministe.