“Solidarietà, speranza e fraternità”. Sono le tre attitudini espresse dal presidente della Conferenza episcopale colombiana (Cec) e arcivescovo di Bogotà, mons. Luis José Rueda Aparicio, in un video messaggio trasmesso in occasione del Natale. L’arcivescovo, augurando a tutto il Paese “pace e fraternità”, constata che sono ancora “numerose le famiglie che soffrono per la violenza, la povertà, l’abbandono, le inondazioni, i cambiamenti climatici”. E invita alla solidarietà e alla condivisione.
Nel frattempo, le diocesi di Quibdó e Istmina-Tadó, nella zona del Pacifico, emblema di questi mali che avvolgono il Paese, sono state visitate da mons. Luis Mariano Montemayor, nunzio apostolico in Colombia, accompagnato da mons. Héctor Fabio Henao, delegato della Cec presso il Governo, e da padre Rafael Castillo, direttore del Segretariato nazionale di pastorale sociale-Caritas Colombia. La visita è stata caratterizzata da un’attività intensa, anche se, a causa dello sciopero armato stabilito dall’Eln nella zona di Medio e Bajo San Juan, non c’è stata la possibilità di un incontro con varie comunità.
Il nunzio, secondo quanto riporta la diocesi di Istmina-Tadó, ha dialogato con gli amministratori pubblici, con gli animatori pastorali e con i leader che, con sentimenti di dolore, raccontavano una realtà che va affrontata con l’incontro e il dialogo, oltre che con azioni concrete che restituiscano speranza, libera mobilità, partecipazione alle decisioni territoriali. La stessa situazione di isolamento e di impossibilità di mobilità è stata una chiara indicazione che si tratta di una regione che richiede passi decisivi verso la pace, spazi di dialogo e di concertazione che trasformino “le armi in aratri”, i territori della violenza in modelli di pace, le realtà minacciose in opportunità, le debolezze in punti di forza.