“Trasformare in preghiera il desiderio di pace di una Chiesa sempre in prima linea con i suoi Pastori nel compiere ogni sforzo per bloccare il male della guerra, e così alleviare e liberare tanti uomini e donne da ingiuste e disumane conseguenze”. Questo l’obiettivo della Veglia promossa dalla Cei e dall’arcidiocesi di Bari-Bitonto per la pace in Ucraina, nelle parole del saluto del priore della basilica di San Nicola, padre Giovanni Distante. “Gli agiografi raccontano che Nicola, già da giovane laico, prima ancora d’essere proclamato vescovo dal popolo di Mira, si è mostrato autorevole costruttore di pace, individuando e colmando ogni possibile lacuna nella salvaguardia dei diritti e della dignità delle persone”, ha ricordato il priore: “Papa Francesco pellegrino di pace sulla tomba del Santo nel 2018 con i Patriarchi ortodossi, orientali e greco-cattolici del Medio Oriente, e nel 2020 con i vescovi del Mediterraneo, ha voluto che questi due incontri di preghiera e riflessione sulla pace in Medio Oriente e nel Mediterraneo, fossero animati dallo ‘spirito di Bari’, che promuove l’unità dei cristiani come elemento costitutivo della fraternità universale, secondo la preghiera di Gesù al Padre: ‘che siano uno perché il mondo creda’”. “Il futuro dell’umanità è nelle nostre mani”, ha assicurato padre Distante: “Domenica 18 dicembre sono giunti pellegrini di pace, guidati dall’arcivescovo, i giovani dell’arcidiocesi di Bari-Bitonto. È la strada giusta da percorrere. Per ‘importare la pace’ – era il motto del pellegrinaggio – occorre investire sui giovani”. “Mai come oggi il mondo necessita della creatività innovativa dei nostri giovani, del loro entusiasmo e coraggio, del loro ingegno, della loro ispirazione, per sbloccare quei meccanismi conflittuali che provocano carestie, mortalità, migrazioni, sopraffazioni”, l’appello del religioso: “Possa San Nicola ascoltare il loro grido che in questi giorni si sta alzando negli angoli più disparati del mondo”.