“Dobbiamo assumerci l’onere di un impegno maggiore, non rimanere indifferenti e metterci in discussione per tentare ogni strada possibile. San Giovanni Crisostomo diceva che ‘chi prega mette le mani sul timone della storia’. Crediamo nella potenza salvifica e di intercessione della preghiera, soprattutto all’ombra di un grande santo”. Lo afferma mons. Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, in un’intervista al Sir per presentare la Veglia di preghiera promossa dalla Conferenza episcopale italiana e dall’arcidiocesi per la pace in Ucraina che si tiene oggi nella Basilica di San Nicola a Bari. L’auspicio di mons. Satriano è che ci sia “una tregua per il periodo del Natale, che possa dare sollievo alla popolazione e consentire le opere di pietà nei confronti dei morti. Auspico che possa avviarsi, nei tempi necessari, un percorso di confronto che dia avvio a una trattativa reale di pace”. Per l’arcivescovo, “dobbiamo praticare la preghiera di intercessione modellata su Cristo, non quella miracolistica. È la preghiera del sofferente, oltraggiato e violato, che invoca il perdono e la riconciliazione. È una preghiera dal basso, che porta alla conversione personale e all’apertura verso il nemico. Alla luce del Vangelo, la guerra non può essere mai legittimata”.