“Il lieto annuncio del Natale riecheggia quest’anno tra i tamburi di guerra e nel fragore delle armi in Ucraina, che subisce le conseguenze tragiche di una invasione impudente ed ingiusta”. Si apre così, quest’anno, il Messaggio Patriarcale per il Natale 2022 del Patriarca ecumenico Bartolomeo I che è stato diffuso in lingua italiana dall’Arcidiocesi ortodossa d’Italia. Tutte le guerre – dice Bartolomeo – “sono per noi Cristiani fratricide” e sono, come ha dichiarato il Santo e Grande Concilio della Chiesa Ortodossa “una conseguenza del male e del peccato nel mondo”. Il Patriarca ricorda che “il nostro Salvatore beatifica gli operatori di pace, poiché saranno chiamati figli di Dio” (Mt. 5, 9) e promuove l’idea della giustizia e dell’amore perfino verso i nemici”. In questo senso, tutto ciò che è contrario a questo principio e viene fatto dai Cristiani, “non è a carico del Cristianesimo, ma di coloro che agiscono in violazione dei comandamenti divini”. “Mai nella storia dell’umanità – osserva il Patriarca ecumenico – la pace tra i popoli è stata una condizione scontata. È stata piuttosto, ovunque e sempre, un risultato di iniziative ispirate, di coraggio e di autosacrificio, di resistenza alla violenza e di rifiuto della guerra come mezzo di soluzione delle divergenze, lotta continua per la giustizia e la protezione della dignità umana”. E aggiunge: “Il contributo alla pace e alla riconciliazione costituisce il principale criterio della credibilità delle religioni”. “Questo è particolarmente significativo nella nostra epoca”, commenta Bartolomeo, “in cui prevale la visione che la pace deriverebbe come risultato dello sviluppo economico, della crescita del tenore di vita, del progresso della scienza e della tecnologia, attraverso la comunicazione digitale ed internet. Abbiamo invece la certezza che non è possibile che esista pace tra i popoli e le culture, senza la pace tra le religioni, senza il loro dialogo e la loro collaborazione. La fede in Dio potenzia la lotta per un mondo di pace e di giustizia, anche quando questo sforzo si trova davanti a ostacoli insormontabili per l’uomo”. Da qui, un monito molto duro: “è inaccettabile che rappresentanti delle religioni predichino fanatismo e riaccendano la fiamma dell’odio”.