Prevedere percorsi di abilitazione anche per gli insegnanti delle scuole paritarie, altrimenti condannati alla precarietà, e stabilizzare una volta per tutte i contributi statali. Sono le richieste al governo della Fidae, spiega in un’intervista al Sir la presidente nazionale Virginia Kaladich, secondo la quale la parità è ancora lontana ma c’è qualche segnale incoraggiante. “Noi siamo penultimi nell’Unione europea, davanti solo alla Grecia, per mancanza di libertà di scelta educativa da parte delle famiglie”, dice all’indomani della 77° Assemblea nazionale della Federazione (Roma, 23-25 novembre). Un diritto solo sulla carta, “ancora negato nei fatti perché si può esercitare soltanto pagando una retta”. Ma occorre superare anche un’altra grave discriminazione, precisa Kaladich: “Tutti i docenti hanno diritto alla stabilità nel loro percorso professionale, ma il requisito obbligatorio per un’assunzione a tempo indeterminato è il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento. Mentre per i docenti delle scuole statali esistono percorsi abilitanti, da diversi anni il ministero dell’Istruzione non ne offre per i docenti delle scuole paritarie che per questo motivo, pur lavorando da anni nei nostri istituti, possono essere assunti esclusivamente a tempo determinato, e solo per un certo numero di anni. In pratica, pur possedendo tutti titoli accademici per poter insegnare, i nostri docenti sono condannati a rimanere eterni precari con il rischio di trovarsi ad un certo punto disoccupati”. Intanto il nuovo governo ha risposto positivamente alla richiesta di contributo di 70 milioni di euro riservato gli alunni con disabilità ma la Fidae ne chiederà la stabilizzazione affinché venga erogato “in modo automatico senza doverne fare richiesta ogni anno ad ogni Legge di stabilità”. Ulteriore segnale positivo la convocazione dell’Agorà della parità – per la prima volta – ad un incontro con componenti del Gabinetto della premier Meloni, lo scorso 24 novembre cui è seguito un memorandum da parte del cartello delle scuole.