Papa Francesco: card. Poletto, un “fratello” che “ha speso la vita come pastore del popolo santo di Dio”

Un “fratello” che “ha speso la vita come pastore del popolo santo di Dio”. Così il Papa, in un telegramma di cordoglio inviato all’arcivescovo di Torino, mons. Roberto Repole, definisce il card. Severino Poletto, arcivescovo emerito di Torino. “Dapprima come parroco a Casale, attento nei riguardi del laicato e impegnato, in spirito di condivisone evangelica, nell’attività lavorativa”, prosegue Francesco ripercorrendo gli incarichi pastorali del cardinale defunto: “Poi come vescovo di fossano, dedito in particolare alle famiglie, ai giovani e alla promozione della catechesi: vescovo di Asti, ha favorito le missioni diocesane, profondendo le sue capacità di governo nella riorganizzazione della chiesa sul territorio. Divenuto quindi pastore di codesta arcidiocesi, ha voluto dedicarvisi senza risparmio, animato dal desiderio di stare vicino ai sacerdoti e di dare slancio all’evangelizzazione, anche attraverso significativi eventi pubblici. Nel fare memoria del ministero di questo servitore fedele, che con rettitudine e impego ha offerto la vita al Signore e alla Chiesa, affido la sua anima a Gesù buon Pastore affinché, per intercessione della beata Vertine Maria e di San Giovanni Battista, lo accolga nella città eterna”.

Il card. Poletto è nato a Salgareda, in diocesi e in provincia di Treviso, 18 marzo 1933. Ultimo di 11 figli (di cui due morti in tenera età), ha ricevuto il battesimo il 29 marzo 1933 nella parrocchia San Michele Arcangelo in Salgareda. Lì ha ricevuto anche la Cresima il 17 novembre 1940 da Mons. Antonio Mantiero, Vescovo di Treviso. La famiglia Poletto si trasferì in Piemonte nel 1952, dapprima a Rosignano Monferrato e poi a Terranova di Casale. Ha seguito la famiglia andata in Piemonte a cercare quel lavoro che allora scarseggiava nel Nord Est italiano. Dopo aver iniziato gli studi seminaristici a Treviso, nel 1953 – anno della morte del papà – passò al Seminario Maggiore di Casale Monferrato. Ricevuta l’ordinazione presbiterale dal vescovo, mons. Giuseppe Angrisani il 29 giugno 1957, fu inviato come viceparroco a Montemagno e vi restò per quattro anni. Nello stesso anno dell’ordinazione perse anche la madre, in un incidente stradale. Fu successivamente prefetto di disciplina del Seminario di Casale e direttore dell’Opera diocesana per le vocazioni. Venne nominato, nel 1965, parroco a Maria SS. Assunta ad Oltreponte di Casale, zona di immigrazione e di residenza operaia. Senza mai definirsi “prete operaio” nel senso tradizionale del termine, lavorò tuttavia a metà tempo per alcuni anni in una fabbrica nella zona della sua parrocchia. Della sua esperienza di parroco, che durò 15 anni, ricorda oggi soprattutto l’intenso impegno su un duplice fronte: l’attuazione del Concilio Vaticano II per quanto riguarda la liturgia e la promozione del laicato, e l’avvio di una serie di iniziative volte a coinvolgere i credenti in una sempre maggiore “responsabilità” nella pastorale e nell’evangelizzazione. Nel 1973 curò la fondazione del Centro diocesano per la pastorale della famiglia, con corsi per fidanzati e con un Consultorio. Fu coordinatore della grande Missione Cittadina nel 1974, nel 500° anniversario di fondazione della diocesi di Casale Monferrato. Nel 1977 conseguì la licenza “summa cum laude” in teologia morale all’Accademia Alfonsiana presso la Pontificia Università Lateranense; nell’autunno del medesimo anno fu nominato delegato vescovile per la pastorale. La “stagione episcopale” comincia nel 1980: il 3 aprile è nominato dal Papa vescovo coadiutore di mons. Giovanni Dadone, arcivescovo-vescovo di Fossano. Sabato 17 maggio 1980, nella cattedrale casalese di Sant’Evasio, l’arcivescovo di Torino cardinale Anastasio Alberto Ballestrero gli conferiva l’ordinazione episcopale ed il successivo 22 giugno la diocesi di Fossano lo accoglieva come coadiutore. Il 29 ottobre dello stesso anno diveniva pastore della diocesi di Fossano, succedendo per coadiutoria. A Fossano si dedicò con entusiasmo in particolare ai giovani, alla famiglia, alla formazione di catechisti per adulti: sono gli ambiti più importanti sui quali ha stimolato l’operosa attività delle forze vive di quella diocesi. Nel 1986 nasce a Fossano la sezione dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose che “serve” tutte le 5 diocesi della provincia di Cuneo. Il 16 marzo 1989 gli fu affidata la diocesi di Asti e l’11 giugno successivo vi iniziò il ministero pastorale, continuando ad essere apprezzato e richiesto predicatore di esercizi spirituali rivolti a clero, alle religiose e alle varie categorie di laici. Anche qui dieci anni intensi, caratterizzati dalle Missioni diocesane rivolte ai giovani, agli sposi, ai bambini e ai ragazzi, agli anziani. Ad Asti egli avvia la sperimentazione delle “unità pastorali”, per razionalizzare e rendere più efficace la presenza e il servizio della Chiesa sul territorio. Il 25-26 settembre 1993 accoglie il Papa ad Asti: durante quella visita pastorale Giovanni Paolo II proclamò beato l’astigiano mons. Giuseppe Marello, fondatore degli Oblati di San Giuseppe. L’”avventura” torinese comincia il 19 giugno 1999, con il trasferimento deciso dal Santo Padre da Asti a Torino, per succedere al cardinale Giovanni Saldarini. La città lo accoglie con attenzione ed entusiasmo: migliaia di persone sono presenti il 5 settembre nella Piazza del Duomo. Insieme ai numerosi fedeli torinesi si trovano rappresentanze di Casale, Fossano, Asti, Treviso, Salgareda: tutte le tappe della vita dell’arcivescovo. “Vengo tra voi con nessun’altra intenzione che fare della mia vita un’immolazione, un’offerta gradita a Dio. Desidero professare davanti al Signore e a voi che così io intendo vivere il mio servizio episcopale: come un’offerta totale della mia vita, fino all’ultimo respiro, per annunciare Gesù Cristo e per cercare esclusivamente di esservi guida ed esempio per aiutarvi a camminare nella sequela di Cristo, unica condizione per raggiungere la salvezza”. Sono le parole con cui si è «presentato» alla Chiesa e alla città di Torino il 5 settembre 1999, nell’omelia della Messa d’ingresso, celebrata sul sagrato del Duomo. La “dedizione” ha provveduto a praticarla da subito: nei primi mesi del suo ministero ha incontrato personalmente tutti i preti della diocesi (circa 700), in una visita pastorale al clero del tutto nuova per la Chiesa di Torino. Ha anche riunito in diocesi, per una settimana, i 18 missionari torinesi “fidei donum” che lavorano in 4 continenti. In diocesi ha avviato la preparazione del Piano pastorale decennale e della riforma della Curia metropolitana. Ha animato da subito anche significativi momenti “pubblici” della Chiesa torinese, come i lavori di preparazione dell’ostensione giubilare della Sindone, e proponendo il Convegno “La Chiesa incontra la città” che, svoltosi nel giugno scorso, ha segnato un punto alto di confronto fra la diocesi torinese e le massime rappresentanze delle istituzioni civili. In duomo accoglierà poi, il 12 agosto 2000, gli oltre 30.000 giovani in viaggio verso Roma per le Giornate Mondiali della Gioventù, in cui lo stesso arcivescovo è chiamato a guidare tre catechesi. Di fronte alla Sacra Sindone il Custode accoglie anche gli scienziati riuniti da tutto il mondo per il primo Simposio internazionale di studi sindonici (marzo 2000) e, durante l’Ostensione, numerosi Cardinali, Arcivescovi e Vescovi venuti a guidare il pellegrinaggio delle loro comunità a quel Volto misterioso. In particolare giunge, per la prima volta in visita ufficiale, la delegazione del Patriarcato ortodosso di Mosca, guidata dal Metropolita Kirill. Per dieci anni è stato segretario della Conferenza episcopale piemontese. Nella Conferenza episcopale italiana ha partecipato, dal 1985, alla Commissione per la famiglia di cui è stato anche presidente. È stato presidente della Conferenza Episcopale del Piemonte. Arcivescovo emerito di Torino dall’ 11 ottobre 2010. Ha partecipato al conclave dell’aprile 2005 che ha eletto Papa Benedetto XVI e al conclave del marzo 2013 che ha eletto Papa Francesco. Da S. Giovanni Paolo II creato e pubblicato cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001.

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