Papa Francesco: alla Cgil, “ogni morte sul lavoro è una sconfitta per l’intera società”, no al “capolarato” e ai “lavoratori poveri”

“Ogni morte sul lavoro è una sconfitta per l’intera società. Più che contarli al termine di ogni anno, dovremmo ricordare i loro nomi, perché sono persone e non numeri”. È il monito del Papa, durante l’udienza concessa alla Cgil in Aula Paolo VI, in cui ha parlato della sicurezza dei lavoratori. “Ci sono ancora troppi morti – io li vedo sui giornali, ogni giorno c’è qualcuno – troppi mutilati e feriti nei luoghi di lavoro!”, la denuncia di Francesco: “Non permettiamo che si mettano sullo stesso piano il profitto e la persona! L’idolatria del denaro tende a calpestare tutto e tutti e non custodisce le differenze. Si tratta di formarsi ad avere a cuore la vita dei dipendenti e di educarsi a prendere sul serio le normative di sicurezza: solo una saggia alleanza può prevenire quegli ‘incidenti’ che sono tragedie per le famiglie e le comunità”. “Una seconda preoccupazione – e questo è brutto – è lo sfruttamento delle persone come se fossero macchine da prestazione”, ha proseguito il Papa: “Ci sono forme violente, come il caporalato e la schiavitù dei braccianti in agricoltura o nei cantieri edili e in altri luoghi di lavoro, la costrizione a turni massacranti, il gioco al ribasso nei contratti, il disprezzo della maternità, il conflitto tra lavoro e famiglia. Quante contraddizioni e quante guerre tra poveri si consumano intorno al lavoro!”. Negli ultimi anni, ha fatto notare inoltre Francesco, sono aumentati i cosiddetti ‘lavoratori poveri’: persone che, pur avendo un lavoro, non riescono a mantenere le loro famiglie e a dare speranza per il futuro”.

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