“Credo che il museo, anche attraverso questa sua guida, si riveli come una realtà che dà voce a un progetto urbano, a una proposta di socializzazione, a uno spazio comunitario senza il quale non ci sarebbe città e forse la stessa esperienza ecclesiale resterebbe assai impoverita”. A sottolinearlo è stato l’arcivescovo Ivan Maffeis intervenendo, il 15 dicembre pomeriggio, alla presentazione dell’evento “Tesori all’Isola”, presso il complesso monumentale della cattedrale di San Lorenzo di Perugia, a cui è intervenuto anche il vescovo ausiliare Marco Salvi, delegato diocesano per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici. Presenti inoltre l’architetto Alessandro Polidori, direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali, Marco Vianello, responsabile editoriale della case editrice Electa, e l’esperta d’arte Marta Boldrini, della società Genesi che gestisce l’“Isola San Lorenzo”, il complesso monumentale della cattedrale comprendente il Museo del Capitolo, il sottostante percorso archeologico e la stessa cattedrale di San Lorenzo.
L’evento “Tesori all’Isola” ha visto la presentazione della guida “Isola San Lorenzo, il cuore di Perugia”, edita dall’Electa, del nuovo sito internet dedicato a questo complesso monumentale a cura della società Co.Mo.Do. e l’inaugurazione dell’esposizione natalizia dal titolo: “…diede alla luce suo Figlio”, opere che raccontano il Natale presso il Museo del Capitolo. Si tratta di due dipinti provenienti dai depositi e raffiguranti la Madonna con il Bambino, eseguite rispettivamente da Andrea Vanni e da Agnolo Gaddi.
“In questi giorni, ascoltando diversi parroci – ha raccontato l’arcivescovo Maffeis –, sono rimasto colpito come durante le benedizioni pasquali delle case si trovino a suonare tanti campanelli, tanti citofoni che restano muti come fabbriche dismesse, per case che si rianimano la sera, quasi rispondendo a episodi di incontri, di intimità che portiamo tutti nel cuore, che si realizzano quando la famiglia torna a riunirsi. Questa immagine mi è venuta in mente pensando a questo luogo, perché un museo non è semplicemente un insieme di pietre ereditate dalla storia, è senz’altro un patrimonio. Ma il museo è come quella casa che a sera si rianima e il lavoro fatto al suo interno è quello che dà calore, una direzione, un significato, apre un percorso. La città che abitiamo è fatta da diversi elementi: dalla sua cultura, dalla sua arte, dalla sua storia e dai volti che incontriamo e con cui condividiamo un pezzo di strada insieme. Questa intensità dà alla città la sua dimensione”.