(Strasburgo) Il Parlamento europeo “esprime sgomento e seria preoccupazione per i presunti atti di corruzione, riciclaggio di denaro e partecipazione a un’organizzazione criminale di membri, ex membri e personale del Parlamento in cambio di influenza sulle decisioni del Parlamento”. È un passaggio della proposta di risoluzione comune sull’inchiesta-Qatar siglata da tutti i gruppi politici al Parlamento europeo che andrà in votazione domani a Strasburgo. Il testo condanna gli atti che stanno emergendo dalla magistratura belga nei confronti della quale il Parlamento dichiara la disponibilità alla “piena cooperazione”. La risoluzione denuncia i “presunti tentativi del Qatar” di esercitare una “grave interferenza” nei processi democratici dell’Ue. Il Parlamento chiede alle altre istituzioni Ue di reagire “con inequivocabile unità e ferma determinazione”.
I deputati inoltre chiedono l’istituzione di una commissione speciale che esamini “potenziali carenze” e riveda le norme su materia di trasparenza, integrità e corruzione e di una commissione d’inchiesta che, dopo le indagini penali, indaghi “su casi di corruzione e azioni illecite da parte di Paesi terzi che cercano di acquisire influenza nel Parlamento europeo”. Nella risoluzione si chiede inoltre che a uno dei vicepresidenti sia affidata la responsabilità “dell’integrità e della lotta alla corruzione e all’ingerenza straniera nel Parlamento” e che la Commissione europea presenti la proposta, richiesta dal Parlamento nel settembre 2021, sull’istituzione di “un organo etico”.
Altre richieste riguardano misure per rafforzare il controllo dei portatori di interesse, a partire dalla sospensione dell’accesso ai portatori di interessi del Qatar e di sospendere i lavori su tutti i fascicoli legislativi relativi al Paese della penisola araba (liberalizzazione dei visti e visite programmate).
La mozione porta le seguenti firme: Jeroen Lenaers, Sven Simon and David McAllister per il gruppo del Partito popolare; Birgit Sippel per i Socialisti e democratici; Sophie in ‘t Veld per Renew (Liberaldemocratici); Terry Reintke e Philippe Lamberts dei Verdi; Jacek Saryusz-Wolski di Ecr (Conservatori); Marco Zanni (Identità e democrazia); Manon Aubry (Sinistra).