Il 69% dei pazienti con Covid, ovvero arrivati in ospedale per la cura di altre patologie e trovati incidentalmente positivi al tampone pre-ricovero senza avere sintomi respiratori e polmonari, sono ricoverati nelle cosiddette “bolle”, ovvero stanze di isolamento nei reparti ordinari no Covid. Èquanto emerge dalla rilevazione degli ospedali sentinella aderenti alla rete Fiaso del 13 dicembre.
“Grazie ai modelli organizzativi adottati dalle aziende sanitarie negli ospedali, frutto dell’esperienza maturata in due anni di pandemia, possiamo gestire con tranquillità i casi Covid – spiega il presidente Fiaso, Giovanni Migliore -. In particolare, grazie alle bolle che molti ospedali hanno organizzato nelle corsie di degenza, possiamo offrire assistenza ospedaliera specializzata direttamente nei reparti di riferimento a chi è positivo ma non ha la malattia da Covid con i tipici sintomi respiratori: un paziente che deve curare o essere operato per una frattura ed è positivo al Covid non transita in Malattie infettive ma va in Ortopedia, uno con uno scompenso cardiaco in Cardiologia e così via. Il tutto, ovviamente, nel massimo rispetto dei protocolli anti-contagio”.
Il modello di gestione Covid elaborato da Fiaso si basa su regole semplici e chiare e in particolare per il paziente con Covid punta al cosiddetto isolamento funzionale, ricorrendo a stanze dedicate o con il sistema a coorte con più pazienti che dividono la stessa area con bagno comune, sempre in zone che non siano di transito. “Ovviamente è importante che in queste aree ci sia adeguata ventilazione e che ci sia una anti-stanza che consenta al personale di vestirsi prima di entrare e di spogliarsi all’uscita e per le consulenze è lo specialista ad andare al letto del paziente e non il contrario”, spiega ancora Migliore. “Sono modelli applicati per rispondere a questa nuova fase dell’assistenza in cui la pandemia si è trasformata ormai in endemia, con la quale dobbiamo convivere. I ricoveri nelle bolle ci consentono di lasciare liberi i posti letto dei reparti specialistici di Malattie infettive per i pazienti con sindromi respiratorie e polmonari”.