“Essendomi preliminarmente assicurato di proteggere l’anonimato della querelante ottenendo un’ordinanza in tal senso, intraprendo oggi un’azione legale per diffamazione dinanzi ai tribunali del Québec, al fine di dimostrare la falsità delle accuse mosse contro di me e ripristinare la mia reputazione e il mio onore”. È quanto si legge in un comunicato diffuso questa sera dal card. Marc Ouellet, in cui il prefetto del Dicastero per i vescovi definisce “accuse diffamanti e diffamatorie” quelle mossagli da una donna che, il 16 agosto scorso, lo aveva accusato di presunte violenze sessuali ai suoi danni, risalenti a dieci anni fa, quando Ouellet era arcivescovo di Québec. Le accuse della donna sono inserite nel quadro di un’Azione legale collettiva intentata in Québec contro la Corporation Archiépiscopale catholique romaine de Québec et l’Archevêque catholique romain de Québec.
Il Papa, nello stesso mese, preso atto di tali informazioni aveva incaricato il padre gesuita Jacques Servai di un’indagine preliminare, a conclusione della quale aveva stabilito di “non aprire un’indagine canonica per aggressione sessuale da parte del cardinale”, poiché non si ravvisavano “elementi sufficienti” in tal senso. “Non mi sono mai macchiato di comportamenti riprovevoli e men che meno di quelli contestati ad altri membri del clero citati nell’Azione collettiva”, afferma il cardinale nella dichiarazione diffusa questa sera: “Questa associazione inappropriata, costruita intenzionalmente e largamente diffusa per scopi impropri, deve essere denunciata”, la spiegazione per la querela. “È chiaro – precisa il porporato – che le vittime di abusi sessuali hanno diritto ad un giusto risarcimento per i danni che hanno subito. Sono sensibile alla loro sofferenza e ribadisco loro la mia sincera vicinanza. Il loro diritto ad avere giustizia non è messo in discussione dalla mia presa di posizione”. Tuttavia, aggiunge, “è nondimeno dolorosamente necessaria per difendere la verità, la mia reputazione e il mio onore”.