Premio Ratzinger: padre Lombardi al Papa, “per la prima volta premiato un insigne studioso di religione ebraica” 

(Foto Vatican Media/SIR)

“Oltre al significato che riveste nel nome della cultura, della scienza e dell’arte, questo incontro  vuole avere un suo significato profondo nel nome della fraternità e della sincera e profonda amicizia fra ebrei e cristiani”. E’ il saluto di padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, al Papa, che questa mattina nella Sala Clementina premia i due vincitori del Premio Ratzinger 2022: il p. Michel Fédou e il prof. Joseph Halevi Horowitz Weiler. “In forza della nostra missione, continuiamo a ispirarci al pensiero e agli orientamenti di Benedetto XVI, non per restare legati al passato, ma per dimostrarne la fecondità per il cammino della Chiesa nel contesto della cultura e dei problemi del nostro tempo”, ha spiegato Lombardi: “È un servizio che si vuole inserire positivamente nella dinamica che caratterizza il Suo attuale pontificato, contribuendo alla continua riforma della Chiesa nella scia del Concilio Vaticano II, della cui apertura abbiamo recentemente ricordato il 60° anniversario. A ciò mirano le iniziative che promuoviamo, le borse di studio che assegniamo, i riconoscimenti che attribuiamo, collaborando con diverse università pontificie, cattoliche, statali e con altre istituzioni culturali e fondazioni di diverse parti del mondo”. “Un’attenzione particolare – ha aggiunto il presidente della Fondazione Ratzinger – viene dedicata per coltivare il rapporto di dialogo fra la ragione e la fede, caratteristico del pensiero del Papa emerito, essenziale per conservare viva la presenza della Chiesa nella cultura del mondo contemporaneo”. I due studiosi premiati, ha proseguito Lombardi, “vengono ad arricchire e ampliare il gruppo già numeroso di quanti sono stati insigniti del nostro Premio, che comprende così ormai 26 personalità di 16 Paesi dei 5 continenti. Si tratta di cultori di molte discipline diverse, dagli studi biblici a quelli della teologia storica e dogmatica, alla filosofia e alle scienze sociali, ad arti come la musica e l’architettura. In spirito ecumenico, appartengono a diverse confessioni: non solo cattolici, ma anche ortodossi, anglicani, luterani. Un vasto ventaglio, che ben corrisponde allo spirito aperto, alla larghezza della cultura e degli interessi di Joseph Ratzinger”. “Quest’anno, mentre la presenza fra noi del p. Michel Fédou conferma la nostra vocazione originaria alla promozione degli studi teologici, la presenza del prof. Joseph Weiler testimonia la volontà di allargare continuamente la comunità dei premiati”, ha detto il presidente della Fondazione Ratzinger: “In lui onoriamo per la prima volta un insigne studioso di religione ebraica, eminente cultore delle discipline giuridiche. Siamo particolarmente lieti, in questa occasione di avere in sala ad accompagnarlo diversi suoi familiari e amici e rappresentanti della comunità ebraica romana e italiana”. A tracciare il profilo dettagliato dei due vincitori del Premio Ratzinger è il card. Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura.

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