“Un punto di svolta nella cura della casa comune, all’interno del cammino sinodale della Chiesa italiana”. Così mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, ha definito la Settimana sociale svoltasi nella città pugliese dal 21 al 24 ottobre 2021, e della quale sono stati presentati oggi pomeriggio all’Università Lumsa gli Atti. “Non ha voluto essere un evento, ma avviare un processo”, ha spiegato Santoro a proposito dell’importante avvenimento ecclesiale, il primo in presenza dopo la fine della pandemia. “La Settimana sociale – ha reso noto il vescovo tracciandone un bilancio conclusivo – ha contribuito a formare una nuova narrazione su Taranto, dal punto di vista sociale e ambientale, non più legata all’Ilva, ma alla possibilità che nasca qui un nuovo tipo di sviluppo”. “Oggi Taranto – ha concluso mons. Santoro – è diventata un punto di riferimento e di dialogo con tutte le forze sociali. Il ciclo di carbonio, nell’arco di un decennio, potrà essere sostituito da nuove fonti alternative, in modo da garantire la produzione non mandando via i lavoratori, ma facendo in modo che l’ambiente non sia distrutto”.