“In primo luogo, provo grande stupore e shock. Ciò evidenzia un vasto fallimento dell’istituzione per decenni. È molto chiaro. Ma, paradossalmente, vedo anche in questo approccio un grande passo avanti, anche se arriva molto tardi, fatto dai vescovi francesi. Manca però una dimensione essenziale: la Conferenza episcopale francese dovrebbe comunicare dei nomi, se questo è possibile dal punto di vista legale. Senza questo, c’è il rischio di far pesare un sospetto generalizzato su tutti. Dobbiamo sempre ammettere e dire la verità, con la necessaria chiarezza”. Così in un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano cattolico francese La Croix, padre Hans Zollner, gesuita direttore dell’Istituto di antropologia, studi interdisciplinari sulla dignità umana e sulla cura dei vulnerabili alla Gregoriana, commenta le rivelazioni dei casi di abuso che hanno coinvolto vescovi e cardinali in Francia, con particolare riferimento al vescovo Santier e al card. Ricard. Riguardo alle regole della trasparenza, le indicazioni date da Papa Francesco, padre Zollner osserva: “Come si vede, nell’era digitale, è illusorio voler nascondere cose che, prima o poi, saranno rivelate, con scandalo. Questa è una regola di comunicazione che non abbiamo ancora imparato”. E incalza: “Nella Chiesa non abbiamo ancora capito come funziona la comunicazione nel mondo di oggi. Va tenuto presente che i casi finiscono sempre per uscire, prima o poi. Dobbiamo quindi essere trasparenti e sinceri, nel rispetto del diritto civile”. Per quanto riguarda la trasparenza delle sanzioni canoniche, “anche le vittime devono avervi accesso”, aggiunge Zollner. “Oggi non è così”.