“Il percorso migratorio normalmente è fatto di partenze e ritorni ma il problema in Italia è che i giovani in tornano”: lo ha detto monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes, concludendo oggi a Roma la presentazione del Rapporto italiani nel mondo 2022. “Credere di poter fermare la mobilità è una utopia”, ha aggiunto, precisando che lo studio “permette di sciogliere i nodi problematici” e fornisce strumenti di conoscenza alla Chiesa. “Il Rapporto italiani nel mondo è un libro di parole forti alle quali devono corrispondere i fatti”, ha ribadito, precisando che anche in questo caso “i numeri danno un volto alle situazioni”. La curatrice del volume Delfina Licata, sociologa della Fondazione Migrantes, ha citato alcuni dati e ricordato che l’Italia sta ancora facendo i conti con “l’onda lunga della pandemia, per cui nel 2021 ci sono state 83.791 partenze per ‘espatrio’ (erano 109.528 l’anno precedente), la cifra più bassa rilevata dal 2014, quando erano più di 94.000. Sono partiti meno anziani, meno famiglie, meno minori. Chi è partito per espatrio è invece prevalentemente maschio (54,7%), giovane tra i 18 e i 34 anni (41,6%) o giovane adulto (23,9%), il 66,8% è celibe o nubile. Il 78,6% di chi ha lasciato l’Italia è andato in Europa, il 53,7% è partito dal Settentrione d’Italia. Le prime regioni di partenza sono Lombardia (19%), Veneto (11,7%), Sicilia (9,3%), Emilia Romagna (8,3%), Campania (7,1%)”. Da gennaio a dicembre 2021 si sono iscritti complessivamente all’Aire (Anagrafe residenti italiani all’estero) 195.466 cittadini italiani: -12,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando erano 222.260.