“Lo ripetiamo con forza: non c’è, e non può esserci, impunità per i vescovi”. E’ il “messaggio” che oggi, a conclusione della loro Assemblea plenaria a Lourdes, alla luce delle rivelazioni emerse sul caso del vescovo Santier e all’indomani della confessione-choc del card. Ricard, i vescovi francesi rivolgono alla Nazione e ai cattolici di Francia. “Siamo consapevoli – si legge nel testo – che queste rivelazioni colpiscono dolorosamente le vittime, in particolare coloro che avevano scelto di fidarsi di noi. Vediamo lo choc di tanti fedeli, sacerdoti, diaconi, persone consacrate. Questi sentimenti sono anche i nostri. Membri dello stesso corpo ecclesiale, anche noi siamo feriti, colpiti in profondità”. Nel caso di mons. Michel Santier, i vescovi ammettono “le responsabilità” e assicurano di aver lavorato durante l’Assemblea per “identificare le disfunzioni e gli errori che hanno portato a una situazione sconvolgente per tutti”. “Qualcuno si sarà chiesto – scrivono i vescovi – se il diritto della Chiesa non abbia organizzato una forma di impunità o un trattamento speciale per i vescovi”. Al contrario, ribadiscono, “la responsabilità episcopale rafforza in coloro che la esercitano, il dovere di rettitudine”. I vescovi sottolineano che “per la natura stessa del loro ufficio apostolico, i vescovi dipendono direttamente dalla Santa Sede”. Per questo, “le procedure che li riguardano, sono più complesse e richiedono più tempo”. Da qui l’impegno a “collaborare con la Santa Sede sui necessari chiarimenti e semplificazioni” e la decisione di “istituire un Consiglio di Sorveglianza che ci permetterà di affrontare queste situazioni non più da soli e tra di noi”. Anche i vescovi si chiedono che “merito” hanno oggi, alla luce delle “circostanze attuali” gli impegni presi un anno fa a seguito della pubblicazione della relazione della Commissione sugli abusi sessuali nella Chiesa (Ciase), secondo la quale in Francia sono 216.000 le vittime di violenze o aggressioni da parte di preti o religiosi cattolici in Francia fra il 1950 e il 2020. “Possiamo assicurarvi – scrivono oggi i vescovi nel messaggio – che è in atto una trasformazione delle pratiche, con l’aiuto di molti fedeli laici particolarmente qualificati, comprese le vittime. Le decisioni sono già state prese e attuate. Le diocesi e i movimenti ecclesiali sono più attivamente coinvolti nella protezione dei minori. I gruppi di lavoro decisi un anno fa consegneranno le loro conclusioni nel marzo 2023. Abbiamo appena esaminato i progressi con loro durante questa Assemblea. Questo lavoro sostanziale sta cominciando a dare i suoi frutti. Continueremo su questa strada”.” Fratelli e sorelle, con umiltà ma con tutto il cuore, continuiamo il lavoro intrapreso per rendere la Chiesa una casa più sicura”, conclude il messaggio. “Le vittime restano più che mai al centro della nostra attenzione. Le vostre aspettative e richieste sono legittime e verranno ascoltate. Le accogliamo come provenienti dal Signore stesso. È tutti insieme, ne siamo consapevoli, che possiamo contribuire a una rinnovata fedeltà al Vangelo. Tale è la nostra risoluta determinazione. Questa è la nostra umile preghiera”.