“La maturità del popolo di Dio è messa a dura prova, ne siamo consapevoli. Dobbiamo tutti ammettere che né l’ordinazione né gli onori impediscono di commettere o di aver commesso colpe, alcune delle quali gravi anche agli occhi della giustizia dello Stato, e che l’essere umano può essere abitato da forze e disordini che non sempre riesce a tenere sotto controllo”. Lo ha detto mons. Eric de Moulins-Beaufort, arcivescovo di Reims e presidente della Conferenza episcopale di Francia, a chiusura questa mattina dell’assemblea plenaria dei vescovi francesi a Lourdes, travolta ieri dalla lettera-confessione choc del cardinale Jean-Pierre Ricard. L’arcivescovo ha voluto poi precisare che il numero dato ieri dei vescovi (11) implicati, “copre casi e fatti molto diversi tra loro che non sono dello stesso ordine. Credevo di averlo indicato a sufficienza e mi rammarico di non essere stato sufficientemente preciso”. Tre vescovi, negli ultimi anni, sono stati imputati per non aver denunciato un prete accusato. Uno di questi vescovi è morto, un altro è stato condannato e il terzo è stato addirittura rilasciato. “Li ho citati solo per completezza delle informazioni”, ha detto Moulins-Beaufort. Altri otto vescovi sono stati implicati per atti che avrebbero commesso essi stessi. Tra questi, c’è chi è oggetto di procedimenti giudiziari ancora in corso ed uno si è concluso con un rigetto. Infine, altri tre sono indagati. Comunque tutti questi otto vescovi sono stati attualmente rimossi dalla responsabilità episcopale e sono soggetti a restrizioni ministeriali di vario genere. Nel suo intervento a chiusura di assemblea, mons. Eric de Moulins-Beaufort ha annunciato anche alcune nuove iniziative. Tra queste, la decisione di istituire “un comitato di controllo” a cui “farà riferimento qualsiasi arcivescovo o vescovo che deve occuparsi del caso di un altro vescovo per abuso o aggressione sessuale e il suo compito sarà quello di accompagnarlo in tutte le fasi della procedura”. “Interagiremo anche con gli uffici romani interessati”, ha assicurato mons. de Moulins-Beaufort, “per chiarire le procedure, stabilire criteri più precisi per la pubblicazione dei fatti e delle sanzioni”. Il presidente dei vescovi ha fatto riferimento ancora una volta alla confessione ieri del cardinale Ricard. “È stato il nostro Presidente per due mandati e un’autorità nella nostra Assemblea”, ha detto l’arcivescovo di Reims. “La sua confessione resa pubblica è un atto di grande importanza”, ha commentato oggi il presidente della Cef. “Mons. Ricard si comporta come un peccatore pentito che assume la responsabilità delle sue azioni, indipendentemente dalla loro anzianità, perché si rende conto che il male fa male e che questa catena deve essere spezzata. Parlando pubblicamente, si rivolge a tutto il popolo di Dio, si sottomette al giudizio di ciascuno. Iscrive la sua dichiarazione nell’opera di verità che la Chiesa ha intrapreso da alcuni anni e in cui la Chiesa in Francia fa la sua parte”. “Conta su di noi. Non fa appello alla nostra indulgenza, ma alla nostra fraternità”.